Mi guardo intorno e respiro l'aria fresca e pungente. Sullo sfondo, si sente il canto di un gallo e il chiacchiericcio dei vicini. Le porte si chiudono e i passi familiari risuonano. Il tempo sembra essersi fermato. Mi lascio dolcemente avvolgere dai sogni e poi, sento la tua voce, mamma, che mi chiama. È una sensazione di dolcezza vivere così, sentirmi vivo. Oggi niente è cambiato: gli stessi rumori, gli stessi profumi, ma mi manca il tuo richiamo. Quel sentirmi vivo e autentico. Il tuo ricordo, mamma, avvolge i miei sogni e li riscalda. Percorro le strade di un tempo, insieme ai miei amici Carmelo, Pietro, Ciccio, Desiano, Mimmo... Le nostre partite di calcio che sembravano non finire mai. Arrivavamo a casa esausti tarda sera...
Continuavamo a parlare senza mai stancarci, con un saluto fatto di promesse che sapevamo sarebbero state mantenute. Il domani era sempre certo. Quello che possedevamo, anche se poco, è stato soppiantato da tanta spazzatura e cose inutili, da tante promesse disattese.
Stare sotto la pioggia e bagnarsi ci faceva sentire degli eroi. Esplorare il territorio attorno al paese era come immergersi in un mondo magico, di fantasia e colori. L'affetto e l'amicizia ci hanno accompagnato durante le giornate da bambini, in un momento in cui non avevamo nulla da perdere e tutto da scoprire. Le aspettative per il futuro erano come una favola.
Luigi Palamara, Abstract Il Castello dei Sogni Incantati
Dipinto di Luigi Palamara

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