MELITOONLINE LE RADICI; CARTA STRACCIA L'ALBERO; GLI EDITORIALI I FIORI E I LETTORI I FRUTTI.
Editoriale di Luigi Palamara
Esiste un Paese o un modo di essere che si ostina a dimenticare. A far finta che la Storia – quella vera, quella fatta di fiato corto, telecamere accese e parole che bruciano – non sia mai accaduta. E allora serve, ogni tanto, ricordare. Rimettere i puntini sugli asterischi, ché a fare la differenza non sono i titoli urlati, ma il coraggio di essere primi. E di restarlo.
Melitoonline, sì, quel nome. Che oggi qualcuno tenta di archiviare sotto la voce "passato", fu il primo grido libero nel deserto afono dell’informazione locale. Non un blog, non un giornaletto da bar. Una testata giornalistica – vera – fondata con l'anima e la penna da Luigi Palamara, Bruna Italia Massara e Domenico Salvatore. Tre nomi, tre radici. Da lì, un tronco cresciuto a forza di inchiostro e verità.
È stata la prima in Italia – e azzardiamo, nel mondo – a portare in diretta su YouTube ciò che prima accadeva nell’ombra: i Consigli Comunali, le conferenze stampa, persino gli arresti e le sentenze dei processi. Melitoonline non raccontava: mostrava. Toglieva il filtro, metteva lo spettatore davanti al fatto nudo e crudo, come Dio – o la giustizia – comanda. Un colpo di fionda nello stagno dell’omertà.
Chi lo ricorda oggi? In pochi. Chi lo riconosce? Ancora meno. Perché chi osa cambiare le regole, viene prima osannato, poi ignorato, infine – quando possibile – cancellato.
Ma la storia non si cancella. Cambia pelle.
Dal 18 giugno 2025, Melitoonline ha un nuovo volto: si chiama Carta Straccia.
Il nome è una provocazione. La sostanza no. È un pugno nello stomaco dell’omologazione. È il rigetto per il copia-incolla che intasa le redazioni assonnate, per i titoloni acchiappa-like che parlano al nulla. Carta Straccia è tutto ciò che non si può piegare, né archiviare.
C'è chi storcerà il naso. "Ma che nome è?" diranno i benpensanti. È un nome che disturba, come dovrebbe fare ogni buona informazione. È un insulto lanciato contro l'inutilità dell’informazione impacchettata. È un promemoria per chi ha dimenticato che la verità è spesso scomoda, grezza, imperfetta. Ma mai inutile.
E allora eccolo, l’asterisco. Piccolo, muto, apparentemente innocuo. Eppure capace di cambiare tutto. Come una nota a piè pagina che smonta una verità ufficiale. Come una voce fuori dal coro che rompe l’applauso.
Piaccia o non piaccia, questo è.
Carta Straccia.
Non vi chiederemo permesso. Non cercheremo il vostro applauso. Ci basta il vostro sguardo, attento. Il vostro cervello, acceso. I vostri dubbi, vivi.
Le radici si chiamavano Melitoonline.
L’albero oggi si chiama Carta Straccia.
Gli editoriali sono i fiori.
E voi, lettori, siete i frutti. Quelli buoni, quelli maturi. Quelli che non si lasciano imboccare.
Firmato,
Uno che ancora crede che il giornalismo sia un mestiere. Non un algoritmo.
Luigi Palamara
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