Reggina, se Bandecchi fa sul serio, si accomodi
Editoriale di Luigi Palamara
Stefano Bandecchi, con la solita teatralità da generale in trincea, è tornato a farsi sentire. Accanto a Massimo Ripepi, in un video dal sapore più propagandistico che calcistico, ha annunciato: “Prendo la Reggina, la porto in Serie C e poi me ne vado.”
Frase che suona più come una provocazione che come un progetto.
Eppure, è proprio da qui che occorre partire.
Perché se davvero Bandecchi ha l’intenzione — e non solo la voce — di mettere mano alla Reggina, questo è il momento giusto per dimostrarlo con i fatti. Meno dirette, più contratti. Meno slogan, più trattative. Meno “me ne vado”, più “inizio il lavoro”.
Ma c’è un nodo che nessuno può sciogliere da solo: Ballarino. Il presidente attuale resta il primo, e forse l’unico, interlocutore possibile.
È lui che ha le chiavi di casa, ed è da lui che deve partire qualsiasi decisione.
Dunque la domanda è semplice: vuole vendere o no?
E ancor più semplice sarebbe il passo successivo: incontro pubblico, carte sul tavolo, chiarezza davanti alla città. Perché in ballo non c’è solo una squadra, ma un’identità collettiva, una piazza storica che ha già pagato abbastanza dazi all’incertezza e ai salti nel buio.
Qui non si tratta di tifare per l’uno o per l’altro. Si tratta di capire se due aziende private — perché di questo si parla — hanno o meno la volontà di trovare un accordo.
Se Bandecchi vuole la Reggina, la prenda.
Ma lo faccia sul serio, con serietà e con un progetto tecnico credibile, non con frasi da talk show.
E se Ballarino non intende vendere, lo dica.
Con franchezza, senza lasciare che le voci decidano al posto suo.
Nel frattempo, la città aspetta. I tifosi aspettano.
E — come spesso accade nel calcio — chi tace rischia di perdere, anche quando ha il pallone tra i piedi.
Se la Reggina deve rinascere, che lo faccia con trasparenza e visione.
Ma senza bluff.
Luigi Palamara
Reggio Calabria 11 luglio 2025
#reggina
#calcio
#stefanobandecchi
#massimoripepi
#reggiocalabria
@luigi.palamara Reggina, se Bandecchi fa sul serio, si accomodi Editoriale di Luigi Palamara Stefano Bandecchi, con la solita teatralità da generale in trincea, è tornato a farsi sentire. Accanto a Massimo Ripepi, in un video dal sapore più propagandistico che calcistico, ha annunciato: “Prendo la Reggina, la porto in Serie C e poi me ne vado.” Frase che suona più come una provocazione che come un progetto. Eppure, è proprio da qui che occorre partire. Perché se davvero Bandecchi ha l’intenzione — e non solo la voce — di mettere mano alla Reggina, questo è il momento giusto per dimostrarlo con i fatti. Meno dirette, più contratti. Meno slogan, più trattative. Meno “me ne vado”, più “inizio il lavoro”. Ma c’è un nodo che nessuno può sciogliere da solo: Ballarino. Il presidente attuale resta il primo, e forse l’unico, interlocutore possibile. È lui che ha le chiavi di casa, ed è da lui che deve partire qualsiasi decisione. Dunque la domanda è semplice: vuole vendere o no? E ancor più semplice sarebbe il passo successivo: incontro pubblico, carte sul tavolo, chiarezza davanti alla città. Perché in ballo non c’è solo una squadra, ma un’identità collettiva, una piazza storica che ha già pagato abbastanza dazi all’incertezza e ai salti nel buio. Qui non si tratta di tifare per l’uno o per l’altro. Si tratta di capire se due aziende private — perché di questo si parla — hanno o meno la volontà di trovare un accordo. Se Bandecchi vuole la Reggina, la prenda. Ma lo faccia sul serio, con serietà e con un progetto tecnico credibile, non con frasi da talk show. E se Ballarino non intende vendere, lo dica. Con franchezza, senza lasciare che le voci decidano al posto suo. Nel frattempo, la città aspetta. I tifosi aspettano. E — come spesso accade nel calcio — chi tace rischia di perdere, anche quando ha il pallone tra i piedi. Se la Reggina deve rinascere, che lo faccia con trasparenza e visione. Ma senza bluff. Luigi Palamara Reggio Calabria 11 luglio 2025 #reggina #calcio #stefanobandecchi #massimoripepi #reggiocalabria ♬ suono originale - Luigi Palamara
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