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Sunsetland: il tramonto che osa ancora emozionarci

Sunsetland: il tramonto che osa ancora emozionarci
Reggio Calabria, Arena dello Stretto, estate 2025

Editoriale di Luigi Palamara un giornalista che non si accontenta del tramonto, ma lo interroga


C’è un luogo, in fondo allo Stivale, dove l’Italia guarda se stessa allo specchio. E lo specchio, stavolta, si chiama mare. L’Arena dello Stretto, incastonata tra i nervi scoperti della storia e le dolcezze dimenticate del paesaggio, diventa palcoscenico di un rito laico e antico: il tramonto.

Non uno qualsiasi, sia chiaro. Ma quello che tinge di oro e porpora le onde tra Reggio e Messina, come se il sole, prima di andarsene, volesse lasciare un autografo sulla pelle del mondo. Un tramonto che non si guarda soltanto: si vive. Si ascolta. Si balla. Si applaude, come fosse un artista vero.

Ecco Sunsetland, l’iniziativa che promette – e mantiene – emozioni collettive. Lì, dove una volta sbarcavano i miti, oggi approdano famiglie, giovani, anziani. E anche un po’ di quella bellezza che ci siamo dimenticati di meritare. Perché il bello educa, il bello migliora. E persino una Reggio disillusa, spaesata, problematica, può ritrovarsi umana guardando il sole andare a dormire.

Lo spettacolo è gratuito, ma non per questo meno prezioso. Perché la vera ricchezza è ciò che riesce ancora a farci commuovere senza chiederci il PIN del bancomat.

Stasera, però, il destino ha fatto capolino con uno dei suoi sorrisi beffardi. L’artista internazionale MOOJO, atteso come un profeta della consolle, è rimasto incastrato tra gli scali aerei europei: un ritardo a Nizza, un contrattempo a Roma. Nulla di nuovo sotto questo cielo italiano dove anche gli arrivi, come le partenze, si fanno attendere.

Ma il tramonto non ritarda. Non chiede permessi. Scende puntuale sullo Stretto e accende i cuori. E ci sarà, a rendere degno quel momento, la musica del Dj Enzo Romeo. Un nome forse meno esotico, ma non per questo meno capace di interpretare quell’istante sospeso tra luce e notte.

Perché la verità è che il tramonto non ha bisogno di star system. Ha bisogno di occhi disposti a guardare, di orecchie disposte ad ascoltare, di anime disposte a lasciarsi sfiorare. E oggi, forse per pochi minuti, ci scopriremo di nuovo popolo. Non davanti a uno schermo, ma davanti al mare.

Sunsetland, dunque, è solo l’inizio. Di un’estate, certo. Ma anche – speriamo – di una Reggio che non rinuncia alla bellezza come medicina contro l’indifferenza. Una Reggio Calabria che si prende il tempo di vivere insieme, almeno finché il sole non scompare dietro le montagne siciliane.

Poi, torneremo tutti a casa. Più leggeri, forse. E un po’ migliori.

Luigi Palamara 19 luglio 2025
Tutti i diritti riservati

#sunsetland #reggiocalabria #arenadellostretto
#editoriale #luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal #lupa

@luigi.palamara Sunsetland: il tramonto che osa ancora emozionarci Reggio Calabria, Arena dello Stretto, estate 2025 Editoriale di Luigi Palamara un giornalista che non si accontenta del tramonto, ma lo interroga C’è un luogo, in fondo allo Stivale, dove l’Italia guarda se stessa allo specchio. E lo specchio, stavolta, si chiama mare. L’Arena dello Stretto, incastonata tra i nervi scoperti della storia e le dolcezze dimenticate del paesaggio, diventa palcoscenico di un rito laico e antico: il tramonto. Non uno qualsiasi, sia chiaro. Ma quello che tinge di oro e porpora le onde tra Reggio e Messina, come se il sole, prima di andarsene, volesse lasciare un autografo sulla pelle del mondo. Un tramonto che non si guarda soltanto: si vive. Si ascolta. Si balla. Si applaude, come fosse un artista vero. Ecco Sunsetland, l’iniziativa che promette – e mantiene – emozioni collettive. Lì, dove una volta sbarcavano i miti, oggi approdano famiglie, giovani, anziani. E anche un po’ di quella bellezza che ci siamo dimenticati di meritare. Perché il bello educa, il bello migliora. E persino una Reggio disillusa, spaesata, problematica, può ritrovarsi umana guardando il sole andare a dormire. Lo spettacolo è gratuito, ma non per questo meno prezioso. Perché la vera ricchezza è ciò che riesce ancora a farci commuovere senza chiederci il PIN del bancomat. Stasera, però, il destino ha fatto capolino con uno dei suoi sorrisi beffardi. L’artista internazionale MOOJO, atteso come un profeta della consolle, è rimasto incastrato tra gli scali aerei europei: un ritardo a Nizza, un contrattempo a Roma. Nulla di nuovo sotto questo cielo italiano dove anche gli arrivi, come le partenze, si fanno attendere. Ma il tramonto non ritarda. Non chiede permessi. Scende puntuale sullo Stretto e accende i cuori. E ci sarà, a rendere degno quel momento, la musica del Dj Enzo Romeo. Un nome forse meno esotico, ma non per questo meno capace di interpretare quell’istante sospeso tra luce e notte. Perché la verità è che il tramonto non ha bisogno di star system. Ha bisogno di occhi disposti a guardare, di orecchie disposte ad ascoltare, di anime disposte a lasciarsi sfiorare. E oggi, forse per pochi minuti, ci scopriremo di nuovo popolo. Non davanti a uno schermo, ma davanti al mare. Sunsetland, dunque, è solo l’inizio. Di un’estate, certo. Ma anche – speriamo – di una Reggio che non rinuncia alla bellezza come medicina contro l’indifferenza. Una Reggio Calabria che si prende il tempo di vivere insieme, almeno finché il sole non scompare dietro le montagne siciliane. Poi, torneremo tutti a casa. Più leggeri, forse. E un po’ migliori. Luigi Palamara 19 luglio 2025 Tutti i diritti riservati #sunsetland #reggiocalabria #arenadellostretto #editoriale #luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal #lupa ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara Sunsetland: il tramonto che osa ancora emozionarci Reggio Calabria, Arena dello Stretto, estate 2025 Editoriale di Luigi Palamara un giornalista che non si accontenta del tramonto, ma lo interroga C’è un luogo, in fondo allo Stivale, dove l’Italia guarda se stessa allo specchio. E lo specchio, stavolta, si chiama mare. L’Arena dello Stretto, incastonata tra i nervi scoperti della storia e le dolcezze dimenticate del paesaggio, diventa palcoscenico di un rito laico e antico: il tramonto. Non uno qualsiasi, sia chiaro. Ma quello che tinge di oro e porpora le onde tra Reggio e Messina, come se il sole, prima di andarsene, volesse lasciare un autografo sulla pelle del mondo. Un tramonto che non si guarda soltanto: si vive. Si ascolta. Si balla. Si applaude, come fosse un artista vero. Ecco Sunsetland, l’iniziativa che promette – e mantiene – emozioni collettive. Lì, dove una volta sbarcavano i miti, oggi approdano famiglie, giovani, anziani. E anche un po’ di quella bellezza che ci siamo dimenticati di meritare. Perché il bello educa, il bello migliora. E persino una Reggio disillusa, spaesata, problematica, può ritrovarsi umana guardando il sole andare a dormire. Lo spettacolo è gratuito, ma non per questo meno prezioso. Perché la vera ricchezza è ciò che riesce ancora a farci commuovere senza chiederci il PIN del bancomat. Stasera, però, il destino ha fatto capolino con uno dei suoi sorrisi beffardi. L’artista internazionale MOOJO, atteso come un profeta della consolle, è rimasto incastrato tra gli scali aerei europei: un ritardo a Nizza, un contrattempo a Roma. Nulla di nuovo sotto questo cielo italiano dove anche gli arrivi, come le partenze, si fanno attendere. Ma il tramonto non ritarda. Non chiede permessi. Scende puntuale sullo Stretto e accende i cuori. E ci sarà, a rendere degno quel momento, la musica del Dj Enzo Romeo. Un nome forse meno esotico, ma non per questo meno capace di interpretare quell’istante sospeso tra luce e notte. Perché la verità è che il tramonto non ha bisogno di star system. Ha bisogno di occhi disposti a guardare, di orecchie disposte ad ascoltare, di anime disposte a lasciarsi sfiorare. E oggi, forse per pochi minuti, ci scopriremo di nuovo popolo. Non davanti a uno schermo, ma davanti al mare. Sunsetland, dunque, è solo l’inizio. Di un’estate, certo. Ma anche – speriamo – di una Reggio che non rinuncia alla bellezza come medicina contro l’indifferenza. Una Reggio Calabria che si prende il tempo di vivere insieme, almeno finché il sole non scompare dietro le montagne siciliane. Poi, torneremo tutti a casa. Più leggeri, forse. E un po’ migliori. Luigi Palamara 19 luglio 2025 Tutti i diritti riservati #sunsetland #reggiocalabria #arenadellostretto #editoriale #luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal #lupa ♬ som original - Movimento Reggae Parnarama
@luigi.palamara Sunsetland: il tramonto che osa ancora emozionarci Reggio Calabria, Arena dello Stretto, estate 2025 Editoriale di Luigi Palamara un giornalista che non si accontenta del tramonto, ma lo interroga C’è un luogo, in fondo allo Stivale, dove l’Italia guarda se stessa allo specchio. E lo specchio, stavolta, si chiama mare. L’Arena dello Stretto, incastonata tra i nervi scoperti della storia e le dolcezze dimenticate del paesaggio, diventa palcoscenico di un rito laico e antico: il tramonto. Non uno qualsiasi, sia chiaro. Ma quello che tinge di oro e porpora le onde tra Reggio e Messina, come se il sole, prima di andarsene, volesse lasciare un autografo sulla pelle del mondo. Un tramonto che non si guarda soltanto: si vive. Si ascolta. Si balla. Si applaude, come fosse un artista vero. Ecco Sunsetland, l’iniziativa che promette – e mantiene – emozioni collettive. Lì, dove una volta sbarcavano i miti, oggi approdano famiglie, giovani, anziani. E anche un po’ di quella bellezza che ci siamo dimenticati di meritare. Perché il bello educa, il bello migliora. E persino una Reggio disillusa, spaesata, problematica, può ritrovarsi umana guardando il sole andare a dormire. Lo spettacolo è gratuito, ma non per questo meno prezioso. Perché la vera ricchezza è ciò che riesce ancora a farci commuovere senza chiederci il PIN del bancomat. Stasera, però, il destino ha fatto capolino con uno dei suoi sorrisi beffardi. L’artista internazionale MOOJO, atteso come un profeta della consolle, è rimasto incastrato tra gli scali aerei europei: un ritardo a Nizza, un contrattempo a Roma. Nulla di nuovo sotto questo cielo italiano dove anche gli arrivi, come le partenze, si fanno attendere. Ma il tramonto non ritarda. Non chiede permessi. Scende puntuale sullo Stretto e accende i cuori. E ci sarà, a rendere degno quel momento, la musica del Dj Enzo Romeo. Un nome forse meno esotico, ma non per questo meno capace di interpretare quell’istante sospeso tra luce e notte. Perché la verità è che il tramonto non ha bisogno di star system. Ha bisogno di occhi disposti a guardare, di orecchie disposte ad ascoltare, di anime disposte a lasciarsi sfiorare. E oggi, forse per pochi minuti, ci scopriremo di nuovo popolo. Non davanti a uno schermo, ma davanti al mare. Sunsetland, dunque, è solo l’inizio. Di un’estate, certo. Ma anche – speriamo – di una Reggio che non rinuncia alla bellezza come medicina contro l’indifferenza. Una Reggio Calabria che si prende il tempo di vivere insieme, almeno finché il sole non scompare dietro le montagne siciliane. Poi, torneremo tutti a casa. Più leggeri, forse. E un po’ migliori. Luigi Palamara 19 luglio 2025 Tutti i diritti riservati #sunsetland #reggiocalabria #arenadellostretto #editoriale #luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal #lupa ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara Sunsetland: il tramonto che osa ancora emozionarci Reggio Calabria, Arena dello Stretto, estate 2025 Editoriale di Luigi Palamara un giornalista che non si accontenta del tramonto, ma lo interroga C’è un luogo, in fondo allo Stivale, dove l’Italia guarda se stessa allo specchio. E lo specchio, stavolta, si chiama mare. L’Arena dello Stretto, incastonata tra i nervi scoperti della storia e le dolcezze dimenticate del paesaggio, diventa palcoscenico di un rito laico e antico: il tramonto. Non uno qualsiasi, sia chiaro. Ma quello che tinge di oro e porpora le onde tra Reggio e Messina, come se il sole, prima di andarsene, volesse lasciare un autografo sulla pelle del mondo. Un tramonto che non si guarda soltanto: si vive. Si ascolta. Si balla. Si applaude, come fosse un artista vero. Ecco Sunsetland, l’iniziativa che promette – e mantiene – emozioni collettive. Lì, dove una volta sbarcavano i miti, oggi approdano famiglie, giovani, anziani. E anche un po’ di quella bellezza che ci siamo dimenticati di meritare. Perché il bello educa, il bello migliora. E persino una Reggio disillusa, spaesata, problematica, può ritrovarsi umana guardando il sole andare a dormire. Lo spettacolo è gratuito, ma non per questo meno prezioso. Perché la vera ricchezza è ciò che riesce ancora a farci commuovere senza chiederci il PIN del bancomat. Stasera, però, il destino ha fatto capolino con uno dei suoi sorrisi beffardi. L’artista internazionale MOOJO, atteso come un profeta della consolle, è rimasto incastrato tra gli scali aerei europei: un ritardo a Nizza, un contrattempo a Roma. Nulla di nuovo sotto questo cielo italiano dove anche gli arrivi, come le partenze, si fanno attendere. Ma il tramonto non ritarda. Non chiede permessi. Scende puntuale sullo Stretto e accende i cuori. E ci sarà, a rendere degno quel momento, la musica del Dj Enzo Romeo. Un nome forse meno esotico, ma non per questo meno capace di interpretare quell’istante sospeso tra luce e notte. Perché la verità è che il tramonto non ha bisogno di star system. Ha bisogno di occhi disposti a guardare, di orecchie disposte ad ascoltare, di anime disposte a lasciarsi sfiorare. E oggi, forse per pochi minuti, ci scopriremo di nuovo popolo. Non davanti a uno schermo, ma davanti al mare. Sunsetland, dunque, è solo l’inizio. Di un’estate, certo. Ma anche – speriamo – di una Reggio che non rinuncia alla bellezza come medicina contro l’indifferenza. Una Reggio Calabria che si prende il tempo di vivere insieme, almeno finché il sole non scompare dietro le montagne siciliane. Poi, torneremo tutti a casa. Più leggeri, forse. E un po’ migliori. Luigi Palamara 19 luglio 2025 Tutti i diritti riservati #sunsetland #reggiocalabria #arenadellostretto #editoriale #luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal #lupa ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara Sunsetland: il tramonto che osa ancora emozionarci Reggio Calabria, Arena dello Stretto, estate 2025 Editoriale di Luigi Palamara un giornalista che non si accontenta del tramonto, ma lo interroga C’è un luogo, in fondo allo Stivale, dove l’Italia guarda se stessa allo specchio. E lo specchio, stavolta, si chiama mare. L’Arena dello Stretto, incastonata tra i nervi scoperti della storia e le dolcezze dimenticate del paesaggio, diventa palcoscenico di un rito laico e antico: il tramonto. Non uno qualsiasi, sia chiaro. Ma quello che tinge di oro e porpora le onde tra Reggio e Messina, come se il sole, prima di andarsene, volesse lasciare un autografo sulla pelle del mondo. Un tramonto che non si guarda soltanto: si vive. Si ascolta. Si balla. Si applaude, come fosse un artista vero. Ecco Sunsetland, l’iniziativa che promette – e mantiene – emozioni collettive. Lì, dove una volta sbarcavano i miti, oggi approdano famiglie, giovani, anziani. E anche un po’ di quella bellezza che ci siamo dimenticati di meritare. Perché il bello educa, il bello migliora. E persino una Reggio disillusa, spaesata, problematica, può ritrovarsi umana guardando il sole andare a dormire. Lo spettacolo è gratuito, ma non per questo meno prezioso. Perché la vera ricchezza è ciò che riesce ancora a farci commuovere senza chiederci il PIN del bancomat. Stasera, però, il destino ha fatto capolino con uno dei suoi sorrisi beffardi. L’artista internazionale MOOJO, atteso come un profeta della consolle, è rimasto incastrato tra gli scali aerei europei: un ritardo a Nizza, un contrattempo a Roma. Nulla di nuovo sotto questo cielo italiano dove anche gli arrivi, come le partenze, si fanno attendere. Ma il tramonto non ritarda. Non chiede permessi. Scende puntuale sullo Stretto e accende i cuori. E ci sarà, a rendere degno quel momento, la musica del Dj Enzo Romeo. Un nome forse meno esotico, ma non per questo meno capace di interpretare quell’istante sospeso tra luce e notte. Perché la verità è che il tramonto non ha bisogno di star system. Ha bisogno di occhi disposti a guardare, di orecchie disposte ad ascoltare, di anime disposte a lasciarsi sfiorare. E oggi, forse per pochi minuti, ci scopriremo di nuovo popolo. Non davanti a uno schermo, ma davanti al mare. Sunsetland, dunque, è solo l’inizio. Di un’estate, certo. Ma anche – speriamo – di una Reggio che non rinuncia alla bellezza come medicina contro l’indifferenza. Una Reggio Calabria che si prende il tempo di vivere insieme, almeno finché il sole non scompare dietro le montagne siciliane. Poi, torneremo tutti a casa. Più leggeri, forse. E un po’ migliori. Luigi Palamara 19 luglio 2025 Tutti i diritti riservati #sunsetland #reggiocalabria #arenadellostretto #editoriale #luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal #lupa ♬ som original - Toninho_Zelio_Ney
@luigi.palamara Sunsetland: il tramonto che osa ancora emozionarci Reggio Calabria, Arena dello Stretto, estate 2025 Editoriale di Luigi Palamara un giornalista che non si accontenta del tramonto, ma lo interroga C’è un luogo, in fondo allo Stivale, dove l’Italia guarda se stessa allo specchio. E lo specchio, stavolta, si chiama mare. L’Arena dello Stretto, incastonata tra i nervi scoperti della storia e le dolcezze dimenticate del paesaggio, diventa palcoscenico di un rito laico e antico: il tramonto. Non uno qualsiasi, sia chiaro. Ma quello che tinge di oro e porpora le onde tra Reggio e Messina, come se il sole, prima di andarsene, volesse lasciare un autografo sulla pelle del mondo. Un tramonto che non si guarda soltanto: si vive. Si ascolta. Si balla. Si applaude, come fosse un artista vero. Ecco Sunsetland, l’iniziativa che promette – e mantiene – emozioni collettive. Lì, dove una volta sbarcavano i miti, oggi approdano famiglie, giovani, anziani. E anche un po’ di quella bellezza che ci siamo dimenticati di meritare. Perché il bello educa, il bello migliora. E persino una Reggio disillusa, spaesata, problematica, può ritrovarsi umana guardando il sole andare a dormire. Lo spettacolo è gratuito, ma non per questo meno prezioso. Perché la vera ricchezza è ciò che riesce ancora a farci commuovere senza chiederci il PIN del bancomat. Stasera, però, il destino ha fatto capolino con uno dei suoi sorrisi beffardi. L’artista internazionale MOOJO, atteso come un profeta della consolle, è rimasto incastrato tra gli scali aerei europei: un ritardo a Nizza, un contrattempo a Roma. Nulla di nuovo sotto questo cielo italiano dove anche gli arrivi, come le partenze, si fanno attendere. Ma il tramonto non ritarda. Non chiede permessi. Scende puntuale sullo Stretto e accende i cuori. E ci sarà, a rendere degno quel momento, la musica del Dj Enzo Romeo. Un nome forse meno esotico, ma non per questo meno capace di interpretare quell’istante sospeso tra luce e notte. Perché la verità è che il tramonto non ha bisogno di star system. Ha bisogno di occhi disposti a guardare, di orecchie disposte ad ascoltare, di anime disposte a lasciarsi sfiorare. E oggi, forse per pochi minuti, ci scopriremo di nuovo popolo. Non davanti a uno schermo, ma davanti al mare. Sunsetland, dunque, è solo l’inizio. Di un’estate, certo. Ma anche – speriamo – di una Reggio che non rinuncia alla bellezza come medicina contro l’indifferenza. Una Reggio Calabria che si prende il tempo di vivere insieme, almeno finché il sole non scompare dietro le montagne siciliane. Poi, torneremo tutti a casa. Più leggeri, forse. E un po’ migliori. Luigi Palamara 19 luglio 2025 Tutti i diritti riservati #sunsetland #reggiocalabria #arenadellostretto #editoriale #luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal #lupa ♬ sonido original - nilthon j santamaría Vasquez

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