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Calabria: tra scelte locali e imposizioni romane

Calabria: tra scelte locali e imposizioni romane
L'Editoriale di Luigi Palamara


Oggi pomeriggio 20 agosto 2025, a Lamezia, la Calabria dovrà decidere. O almeno così dovrebbe apparire. Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha ufficializzato la proposta di Pasquale Tridico come candidato governatore, insieme a Vittoria Baldino e Anna Laura Orrico. Tre nomi, tre risorse “a disposizione” della coalizione e, in ultima analisi, dei cittadini. Parole lineari, trasparenti, come le vorremmo sentire sempre dalla politica. Ma c’è un dettaglio che non può sfuggire: la scelta sembra ancora passare attraverso Roma. E questo, per la Calabria, non è mai un buon segnale.

Il problema non è Tridico, né Baldino, né Orrico. Il problema è l’impressione che la Calabria non sappia decidere da sé. Che debba aspettare l’“approvazione” della capitale per convalidare le proprie scelte. Questo, in una terra storicamente sospettosa verso ogni forma di autorità centrale, suona come una vecchia musica stonata: la Calabria non è periferia da amministrare, è comunità che deve essere ascoltata, rispettata, lasciata libera di voltare pagina. Conte lo sa, eppure il messaggio implicito rimane: “Da Roma guardiamo e consigliamo”.

Le elezioni regionali del 5 e 6 ottobre non sono una passerella per nomi noti o per volti mediatici. Sono l’occasione per dimostrare che la Calabria può scegliere i propri rappresentanti, secondo i propri tempi e secondo la propria memoria storica. Non con imposizioni, non con suggerimenti dall’alto, e non con slogan di servizio che suonano più come raccomandazioni. La politica è servizio, certo, ma la politica è anche rispetto della sovranità locale, e qui Conte e il M5S devono misurare bene il passo.

Il campo largo progressista, che oggi rimescola le carte con Tridico, Baldino e Orrico, ha davanti a sé una sfida duplice: convincere gli elettori della bontà dei candidati e, soprattutto, restituire alla Calabria la dignità di essere protagonista delle proprie scelte. Solo così, forse, si potrà trasformare l’opportunità in reale svolta.

Perché in fondo la domanda resta semplice, ma essenziale: una terra trascurata può voltare pagina davvero, se le viene detto chi votare da Roma? O solo quando si sente libera di decidere da sé? La risposta, come sempre, sta nelle mani dei calabresi.

Luigi Palamara Tutti I diritti riservati Reggio Calabria 20 agosto 2025

#calabria #conte #tridico

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