Io, Roberto (Occhiuto): Santo Subito, Martire per Decreto
Satira di Luigi Palamara un calabrese stanco con il sorriso
Signore e signori, attenzione, perché oggi non parliamo di un semplice discorso. No! Parliamo di una divina commedia politica. Parliamo di un uomo che non si è limitato a governare, no: ha salvato la Calabria, ha costruito ospedali con le mani, asfaltato strade col pensiero, trasportato cartelle cliniche sulle spalle!
Parliamo di Roberto Occhiuto, sì, proprio lui, che ci ha appena lasciato – non per un avviso di garanzia, eh! Lo ha detto dodici volte! Quasi ci credeva anche lui.
“Non mi sono dimesso per l’avviso di garanzia!”
E ci mancherebbe!
C’è chi si dimette per dignità, chi per responsabilità, lui invece per... il clima.
Ma che sarà stato? L’umidità? La nebbia del potere? O il caldo soffocante delle polemiche?
Ma il bello è che non ha mai mancato una riunione! Nemmeno una!
Nemmeno per sbaglio ha fatto un’assenza ingiustificata. E questa, signori miei, non è una giustificazione politica: è una nota disciplinare da scuola elementare.
“Mamma, oggi ho fatto il bravo, sono andato a tutti i Consigli!”
Ma bravo, Robè! Mo' ti diamo pure la medaglia del tempo pieno.
“Non ho la bacchetta magica…”
…però qualche tocco da prestigiatore c’è stato..
Poi il capolavoro:
> “Se non approvano il provvedimento, mi dimetto!”
Ohhh, che pathos!
Che suspense! Sembra un episodio de La casa di carta.
E invece era solo la casa dei provvedimenti mancati. E dei ricatti politici spacciati per fermezza.
Poi viene il momento più bello, il climax emotivo, che neanche Shakespeare:
> “Ho dato tutto! Ho dato anche la salute!”
Ma chi sei, Padre Pio in giacca e cravatta?
Hai dato tutto? Ma dove? A chi? Ai calabresi?
Perché qui, caro Roberto, si continua a emigrare, si muore nelle ambulanze, si chiudono gli ospedali e si aprono i faldoni della magistratura.
“In questi quattro anni non avete costruito un’alternativa!”
Ma caro Presidente, se tu stesso ti sei costruito un castello, con tanto di mura alte, circondato dal tuo piccolo esercito: la Giunta dei Determinati.
E ora ti stupisci se nessuno è riuscito a passare la dogana?
E ora ci parli pure di campagna elettorale.
> “Vediamoci in campagna!”
No grazie, Robè.
Se è come questa legislatura, preferiamo il mare. Anche senza lidi attrezzati.
In fondo, c’è una cosa vera in tutto questo discorso:
parlarsi addosso funziona. Convince. Emoziona. Ma solo chi parla.
I calabresi, caro Occhiuto, non hanno bisogno di un monologo, ma di fatti.
E il tuo “ho dato tutto” oggi suona più come un “prendetemi sul serio” che i calabresi, ormai, non fanno più.
E come direbbe Totò, ridendo con le lacrime agli occhi:
> “Roberto! Ma non dovevi salvare la Calabria? Invece hai salvato te stesso! Ti sei fatto pure il monumento da solo... solo che te lo sei fatto col cartongesso!”
Epilogo
Vedremo se questa spocchia, questo teatrino del "grande sacrificio", regge anche quando si voterà.
Perché i calabresi, stufi lo sono.
E quando si svegliano davvero…
neanche la bacchetta magica può salvarti.
La Satira di Carta Straccia
Così parlo Ochiuto l'otto otto (sedici e sessantaquattro) 2025 al Consiglio Regionale della Calabria. Il suo ultimo? Ai poster (i) l'ardua sentenza ... i magistrati stanno lavorando.
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