Jannik Sinner, il supereroe senza maschera

Jannik Sinner, il supereroe senza maschera.
L'Editoriale di Luigi Palamara 

Nel nostro immaginario, c'è sempre stato, un bisogno disperato di eroi. Ma gli eroi cambiano con i tempi. Non hanno più la corazza di ferro, la spada o l’elmo. Oggi hanno un sorriso timido, i capelli rossi spettinati e una racchetta in mano. Jannik Sinner non è nato per fare il divo: non ha la spavalderia dell’uomo che si specchia nel suo mito. Somiglia piuttosto a quei ragazzi di montagna che hanno imparato presto la fatica e il silenzio, e che proprio per questo non hanno bisogno di urlare al mondo chi sono.

Eppure, la sua figura ricorda quella di Peter Parker, l’Uomo Ragno. Non per la spettacolarità dei gesti — che pure nel tennis non mancano — ma per la naturalezza con cui coniuga potere e responsabilità. La sua forza non sta solo nella velocità del braccio, ma in quella misteriosa compostezza interiore che si legge negli occhi di chi non dimentica mai da dove viene.

Così, dopo una partita qualsiasi, un episodio marginale diventa racconto epico. Una pallina che cade, una ragazzina che la raccoglie, due fratelli italiani con pochi mezzi e un sogno irraggiungibile. E Sinner, che invece di lasciar passare il momento come un fatto di poco conto, lo trasforma in occasione di dono: due biglietti VIP, un allenamento privato, un gesto che non è beneficenza, ma condivisione.

C'è chi vede in questo atto la ribellione di un giovane uomo contro la disumanità del nostro tempo, la prova che ancora esistono esseri capaci di dire: “Io non mi adeguo al cinismo, io scelgo la bontà.”
Altri scorgono l’eco di quel “sentimento dell’antico male di vivere” che può essere curato solo dalla semplicità di un gesto fraterno.
Io sorrido: “Altro che i politici in giacca e cravatta, guardate il ragazzo con la racchetta che insegna più civiltà di mille comizi.
E qualcuno  ci spiegherebbe che in quell’atto non c’è solo generosità individuale, ma il nascere di un fenomeno collettivo: la speranza che un gesto gentile diventi contagioso, che dalla cima di una montagna di talento possa sgorgare la fonte della solidarietà.

E allora sì, Jannik Sinner è il nostro nuovo supereroe. Non perché vola tra i grattacieli di New York, ma perché ci ricorda, ogni volta che scende in campo, che la grandezza non è nei trofei scintillanti, ma nella capacità di guardare negli occhi gli ultimi e dir loro: “Venite con me, questo sogno è anche vostro.

Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 31 agosto 2025.

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