Notte di San Lorenzo. Polvere di stelle, polvere da sparo e bombe.
Editoriale di Luigi Palamara
Io lo so perché tanto di stelle…
Eppure la notte più magica e romantica di sempre rischia di non esserlo più. Quella che dovrebbe essere la celebrazione dell’attesa, della speranza, della poesia, si sta trasformando in un bollettino di guerra sotto un cielo ferito.
Persino il vignettista Mauro Biani, con la sua immagine feroce e necessaria, ci strappa alla favola: la notte delle stelle cadenti non è più la cartolina che spediamo all’innamorata, ma il promemoria che, dall’alba dei tempi, l’uomo sa fabbricare più bombe che sogni. E continua. Perché alla guerra ci siamo affezionati come a un vizio vecchio: la si odia, ma non si smette mai.
Questa volta, però, non serve neppure il telegiornale del dopocena per capirlo. Ce la viviamo in diretta, negli occhi, nello stomaco. È a un clic di distanza. Il mondo è cambiato: lo raccontiamo in tempo reale, ovunque, eppure lo capiamo sempre meno. La tecnologia viaggia più veloce di qualsiasi pensiero, e invece di domarla la usiamo per alimentare il vecchio mestiere di ammazzarci meglio.
Possiamo avere tutto — e invece ci affrettiamo a distruggerlo. Trasformiamo la Terra, che potrebbe essere un paradiso da proteggere con il fiato sospeso, in un inferno industriale, perché c’è sempre un portafoglio da riempire, un territorio da sfruttare, un interesse di pochi che vale più della vita di molti. Non cambierà mai: il mondo è violento perché l’uomo lo è, e il resto sono poesie che raccontiamo a noi stessi per dormire la notte.
Eppure, e qui c’è la beffa, non cesseremo mai di emozionarci davanti a ciò che la natura e l’universo ci regalano. Non smetteremo di vedere nella notte di San Lorenzo il momento più romantico che esista. Guardando le stelle, ci ricordiamo che siamo polvere di stelle — non polvere da sparo. Ma facciamo fatica a brillare, e facilità a esplodere. Polvere di stelle siamo e polvere di stelle torneremo, ma il rischio è di arrivarci come cenere di guerra.
Luigi Palamara
Reggio Calabria 10 agosto 2025
Tutti i diritti riservati
"Domani è 10 agosto, San Lorenzo. E come tutti gli anni, molti di noi alzeranno gli occhi al cielo per esprimere un desiderio che, un giorno, potrebbe avverarsi. Chissà. Ma molti altri, in parti del mondo più “sfortunate” della nostra, quegli occhi al cielo li alzeranno per vedere bombe che cadono al posto delle stelle: lì il desiderio non è altro che una parola vuota.
“Gentile stella, non penso nessun desiderio. Non ti credo più”. La nuova vignetta di Mauro Biani per L’Espresso."
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Polvere di stelle e sangue
di Luigi Palamara
Io lo so
perché tanto di stelle…
ma quest’anno non ci credo
non mi frega niente delle stelle
quando il cielo puzza di fumo e di carne bruciata
La notte più magica
più romantica
si è rotta come una bottiglia
in un vicolo buio
ci cammini scalzo sopra
e ti fai male
Il vignettista lo sa
lo disegna
le stelle sono cadute
ma non fanno sognare
ti sfondano il tetto
ti entrano in casa
portano urla, polvere, sangue
La guerra è un cane randagio
che ti segue dappertutto
anche quando pensi di averlo seminato
ti aspetta all’angolo
e ti morde di nuovo
Questa volta è vicina
troppo vicina
la vedi sul telefono
mentre bevi il caffè
e per un attimo
il sapore cambia
diventa ferro, diventa paura
Il mondo è cambiato?
Forse.
Più veloce, più connesso
ma siamo sempre noi
ubriachi di odio
drogati di potere
fregati dalla nostra stessa specie
Abbiamo tutto
e lo buttiamo
come mozziconi bagnati
trasformiamo il Paradiso
in un inferno scontato
solo per riempire le tasche
di quattro figli di puttana
che non guardano mai il cielo
Eppure
non cesseremo di alzare lo sguardo
San Lorenzo ci fotte sempre
ci ricorda chi siamo
polvere di stelle
con il vizio di brillare solo quando esplodiamo
Polvere di stelle siamo
polvere di stelle torneremo
ma per ora
restiamo qui
con un bicchiere in mano
e le bombe che cadono
mentre qualcuno, da qualche parte,
chiude gli occhi
ed esprime un desiderio
Testo e voce narrante di Luigi Palamara Tutti I diritti riservati
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@luigi.palamara Polvere di stelle e sangue di Luigi Palamara Io lo so perché tanto di stelle… ma quest’anno non ci credo non mi frega niente delle stelle quando il cielo puzza di fumo e di carne bruciata La notte più magica più romantica si è rotta come una bottiglia in un vicolo buio ci cammini scalzo sopra e ti fai male Il vignettista lo sa lo disegna le stelle sono cadute ma non fanno sognare ti sfondano il tetto ti entrano in casa portano urla, polvere, sangue La guerra è un cane randagio che ti segue dappertutto anche quando pensi di averlo seminato ti aspetta all’angolo e ti morde di nuovo Questa volta è vicina troppo vicina la vedi sul telefono mentre bevi il caffè e per un attimo il sapore cambia diventa ferro, diventa paura Il mondo è cambiato? Forse. Più veloce, più connesso ma siamo sempre noi ubriachi di odio drogati di potere fregati dalla nostra stessa specie Abbiamo tutto e lo buttiamo come mozziconi bagnati trasformiamo il Paradiso in un inferno scontato solo per riempire le tasche di quattro figli di puttana che non guardano mai il cielo Eppure non cesseremo di alzare lo sguardo San Lorenzo ci fotte sempre ci ricorda chi siamo polvere di stelle con il vizio di brillare solo quando esplodiamo Polvere di stelle siamo polvere di stelle torneremo ma per ora restiamo qui con un bicchiere in mano e le bombe che cadono mentre qualcuno, da qualche parte, chiude gli occhi ed esprime un desiderio Testo e voce narrante di Luigi Palamara Tutti I diritti riservati #nottedisanlorenzo #10agosto #stellecadenti #guerra #lespresso #vignettista #maurobiani #vocenarrante #luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal #lupa ♬ suono originale - Luigi Palamara
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