Roccaforte del Greco un 85enne cade da un muro. È grave.
Soccorso da ambulanza del 118 e dall'elisoccorso
Aspromonte, cronaca di un’agonia annunciata
Roccaforte del Greco (Reggio Calabria) 21 agosto 2025 . Un uomo di ottantacinque anni cade da un muro, si ferisce gravemente. Ed è Mario che lo vede per terra ferito. Si attiva subito per chiedere aiuto. La terra si ferma, ma i soccorsi no. Ci mettono un’ora per arrivare dal cielo, e un’ora e mezza per arrivare da terra. Nel frattempo, il vecchio campo sportivo abbandonato diventa la pista di fortuna per un elicottero che, quando atterra, sembra più un’apparizione che un servizio pubblico.
L’ambulanza arranca da Palizzi come se fosse chiamata a una gita, non a un’emergenza. L’uomo è lì, disteso, col tempo che scivola via come sangue da una ferita. Solo alle 10.45 il cielo si riapre: l’elicottero decolla verso Catanzaro con il suo fragile carico umano.
Qualcuno dirà che i tempi non sono stati drammatici, che “tutto sommato” l’intervento è stato relativamente rapido. Ma in montagna, dove la vita è appesa a un filo e le strade sono ferite come i suoi abitanti, un’ora è un secolo. Un’ora e mezza è un funerale annunciato.
Questo episodio non è un incidente isolato: è la fotografia impietosa di una sanità che qui, in Aspromonte, non esiste. O meglio: esiste solo nei comunicati, nelle carte, nei proclami. Nella realtà c’è un deserto di mezzi, strutture, uomini. Un deserto in cui l’anziano di Roccaforte diventa simbolo di tutti i vecchi lasciati soli a morire tra le pietre dei loro paesi.
Eppure, se oggi possiamo anche solo sperare di raccontare un lieto fine, è grazie a Nino. Alla sua forza di volontà, alla sua ostinazione, alla sua pretesa di non accettare il “così vanno le cose”. È questa ostinazione che forse ha salvato una vita.
Ora il paese si stringe attorno ai familiari di S.A., con l’affetto discreto e silenzioso che solo i paesi sanno dare. Anch’io mi stringo a loro. Ma non basta stringersi. Bisogna gridare. Perché la sanità non può essere un privilegio geografico, né una lotteria di fortuna. Non si può continuare a morire di abbandono.
In Aspromonte, a ottantacinque anni, non si muore solo di cadute. Si muore di solitudine, di indifferenza, di Stato assente.
E questo è il vero scandalo.
Aggiornamento delle ore 11.40. S.A. è giunto all'ospedale Riuniti di Reggio Calabria
Luigi Palamara Tutti i diritti riservati
Roccaforte del Greco 21 agosto 2025
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@luigi.palamara Roccaforte del Greco un 85enne cade da un muro. È grave. Soccorso da ambulanza del 118 e dall'elisoccorso Aspromonte, cronaca di un’agonia annunciata Roccaforte del Greco (Reggio Calabria) 21 agosto 2025 . Un uomo di ottantacinque anni cade da un muro, si ferisce gravemente. La terra si ferma, ma i soccorsi no. Ci mettono un’ora per arrivare dal cielo, e un’ora e mezza per arrivare da terra. Nel frattempo, il vecchio campo sportivo abbandonato diventa la pista di fortuna per un elicottero che, quando atterra, sembra più un’apparizione che un servizio pubblico. L’ambulanza arranca da Palizzi come se fosse chiamata a una gita, non a un’emergenza. L’uomo è lì, disteso, col tempo che scivola via come sangue da una ferita. Solo alle 10.45 il cielo si riapre: l’elicottero decolla verso Catanzaro con il suo fragile carico umano. Qualcuno dirà che i tempi non sono stati drammatici, che “tutto sommato” l’intervento è stato relativamente rapido. Ma in montagna, dove la vita è appesa a un filo e le strade sono ferite come i suoi abitanti, un’ora è un secolo. Un’ora e mezza è un funerale annunciato. Questo episodio non è un incidente isolato: è la fotografia impietosa di una sanità che qui, in Aspromonte, non esiste. O meglio: esiste solo nei comunicati, nelle carte, nei proclami. Nella realtà c’è un deserto di mezzi, strutture, uomini. Un deserto in cui l’anziano di Roccaforte diventa simbolo di tutti i vecchi lasciati soli a morire tra le pietre dei loro paesi. Eppure, se oggi possiamo anche solo sperare di raccontare un lieto fine, è grazie a Nino. Alla sua forza di volontà, alla sua ostinazione, alla sua pretesa di non accettare il “così vanno le cose”. È questa ostinazione che forse ha salvato una vita. Ora il paese si stringe attorno ai familiari di S.A., con l’affetto discreto e silenzioso che solo i paesi sanno dare. Anch’io mi stringo a loro. Ma non basta stringersi. Bisogna gridare. Perché la sanità non può essere un privilegio geografico, né una lotteria di fortuna. Non si può continuare a morire di abbandono. In Aspromonte, a ottantacinque anni, non si muore solo di cadute. Si muore di solitudine, di indifferenza, di Stato assente. E questo è il vero scandalo. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Roccaforte del Greco 21 agosto 2025 #roccafortedelgreco #aspromonte #elisoccorso #ambulanza118 #reggiocalabria ♬ оригинальный звук - ☭ А̷л̷е̷к̷с̷а̷н̷д̷р̷ ☭
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