Calabria, dove si ha paura persino di ammalarsi

Calabria, dove si ha paura persino di ammalarsi.
L'Editoriale di Luigi Palamara 

Se un candidato alla presidenza della Regione Calabria arriva a dire – con la serenità di chi ha visto troppo dolore – che «in Calabria si ha paura di ammalarsi», allora vuol dire che non siamo davanti a un problema sanitario, ma a una tragedia civile.

Questa non è una regione d’Italia, ma un feudo medievale. Qui i cittadini, invece che ricevere diritti, devono chiedere favori. E quando un letto d’ospedale diventa merce di scambio politico, lo Stato non è più Stato: è padrone, e i cittadini sudditi.

«Come potete sopportarlo? Come potete accettare che nel 2025 la paura non sia quella del tumore o di un infarto, ma quella di non trovare un medico, un pronto soccorso, un bisturi?» Non si tratta solo di sanità: è dignità negata, è una resa collettiva che pesa quanto mille sconfitte militari.

Tridico promette di “depoliticizzare” la sanità, di chiamare a raccolta i medici emigrati, di costruire ospedali di comunità. Buoni propositi, sì. Ma chi conosce la Calabria sa che qui ogni progetto, prima ancora di partire, viene inghiottito dal pantano delle clientele. È il malato che rifiuta la cura perché preferisce l’infezione al cambiamento.

Poi c’è il Reddito di Dignità. «Che me ne faccio di occupabili che non hanno lavoro?» domanda Tridico. Una frase che vale un manifesto politico. Personalmente  la riduco a una riga: senza pane non si discute di teoria.

«Date da mangiare a quella gente, e smettetela di giudicarli!» Perché la povertà non è mai colpa del povero.

Infine la questione morale. Un presidente uscente che si dimette non per assumersi responsabilità, ma per ricandidarsi, come se la magistratura fosse un fastidio aggirabile con le urne. E col sorriso amaro dico: «Ecco l’Italia, dove il sospetto diventa curriculum». «Nemmeno nelle repubbliche delle banane

Resta un appello al voto. Tridico lo invoca come ultima possibilità. Utilizziamo una vecchia ricetta: «Turatevi il naso, ma andate a votare». 
«Fatelo con rabbia, con orgoglio, con dignità. Perché chi non vota non solo subisce, ma tradisce se stesso.»

La Calabria oggi non ha paura solo di ammalarsi. Ha paura di vivere. E questo è il cancro più difficile da estirpare.

Luigi Palamara Tutti I diritti riservati Reggio Calabria 7 settembre 2025

SEGUE TESTO INTEGRALE DELL'INTERVISTA.

Intervista di Luigi Palamara a Pasquale Trudico candidati a Presidente della Regione Calabria

"Come è  messa la Sanità in Calabria?"

Ma ci vorrebbe Emergency, ci vorrebbe Gino Strada per questa sanità. Questo è il livello, purtroppo, e lo dico ovviamente con la piaga nel cuore. Ovunque io vada sento innanzitutto un grido di dolore da parte dei calabresi che a volte spesso anzi chiedono ai politici un posto in ospedale, un posto per curarsi, qualcosa che succede soltanto nelle peggiori democrazie dove tu dipendi dalla concessione di un politico per farti avere per avere un diritto, un diritto appunto a cui che dovrebbe essere garantito dalla Costituzione. Ecco, quello che faremo è quello che non è stato fatto in 4 anni, perché in 4 anni, come dice qualcuno, in 4 anni abbiamo avuto più spopolamento che in 40 anni. In 4 anni abbiamo avuto più giovani che sono andati via che in 40 anni. Secondo la Svimez negli ultimi anni sono andati via 130.000 ragazzi, quelli che noi vogliamo far restare. Perché? Perché non è la vita che se ne va vuol dire un paese in declino e la vita se ne va oggi non solo perché manca lavoro, ma perché mancano i servizi. 

La sanità è la nostra principale priorità. Dobbiamo innanzitutto depoliticizzare la sanità, che vuol dire eliminare queste nomine politicizzate, eliminare queste aspe che dipendono dal politico di turno e costruire invece un'agenzia che misuri le performance, raggiunga gli obiettivi, distribuisca le risorse, faccia premialità e poi dobbiamo costruire gli ospedali nelle aree di comunità per evitare che ci sia l'ingessamento quando poi si arriva nell'ospedale, negli ospedali con un ingolfamento proprio dei pronto soccorso e abbiamo il dovere di reclutare personale che è scappato. 

Abbiamo visto come purtroppo il modello dei cubani è fallito, anche loro vanno via perché non ci sono gli usi gentili, perché il reclutamento non si riesce a fare. Dobbiamo fare un appello ai tanti calabresi che sono anche in giro nelle altre regioni italiane e curano molto spesso i concittadini calabresi negli ospedali, appunto, oltre le regioni, verso i quali noi abbiamo 340 milioni di euro all'anno di debito. Noi paghiamo un debito mostruoso dal punto di vista finanziario verso lo Stato, verso le altre regioni e abbiamo e continuiamo ad avere la sanità peggiore di tutti, continuiamo ad avere i più bassi livelli di aspettativa di vita. paghiamo un debito due volte in termini di aspettativa di vita e in termini di eh sforzo finanziario che dobbiamo verso le altre regioni. Tutto questo è inaccettabile. Dobbiamo assolutamente cambiare.

" Sintetizziamolo con la frase che ha detto lei. E insomma veramente in Calabria si ha paura di ammalarsi. Questo l'ha detto lei, quindi stigmatizziamolo ancora una volta."

"Cambiamo argomento. Il reddito di dignità. Praticamente lei viene accusato addirittura di strumentalizzare la povertà, invece vuole aiutare i poveri. Insomma, chiariamo questo reddito di dignità una volta per tutte, in maniera tale che comunque chi davvero strumentalizza si faccia da parte."

Questo è uno strumento di assistenza attiva e non passiva. Vedete quello che possiamo fare oggi anche per favorire quello che molti economisti studiosi chiamano la restanza, il fatto che bisogna dare delle opportunità e dare un reddito a così ai cosiddetti occupabili, coloro che sono stati esclusi dalla riforma del reddito di cittadinanza. Sono circa 20-25.000 calabresi che sono in stato di indigenza, povertà, senza reddito, perché se anche sono occupabili, ma non hanno un lavoro, queste persone non hanno comunque da mangiare. 

Quindi, che me ne faccio di occupabili che non hanno lavoro? Queste persone hanno diritto a un reddito. Tuttavia, quello che dobbiamo costruire attorno a queste persone a cui daremo un reddito sono progetti di inclusione, sono progetti di politiche attive. Ecco, quello che purtroppo, come dire, è stato più critico nel reddito di cittadinanza, ovvero il fatto che non c'erano progetti di politiche attive, progetti di inclusione attorno al reddito che funzionavano, perché perché queste politiche sono gestite prevalente, sono gestite dalle regioni. 

Le politiche attive sono competenze esclusive delle regioni. Oggi abbiamo la possibilità di gestire queste politiche noi perché appunto prenderemo la regione e allora daremo certamente un sostegno in reddito di dignità, ma daremo anche gli strumenti per essere inclusi in progetti di utilità per la cultura, per il recupero di beni archeologici e di siti archeologici oggi trascurati, per il recupero delle aree interne e dei borghi che oggi appunto anche questi sono in via di spovolamento. 

Quindi è un progetto che può essere fatto con le politiche dei fondi europei sui quali pure ho lavorato e daremo una grande chance a tanti calabresi che purtroppo sono esclusi dai circuiti principali.

"L'ultima domanda, la credibilità. Lei non ha nessun avviso di garanzia, mentre Occhiuto si è dimesso per ricandidarsi. Insomma, questa è un po' la differenza che bisogna far capire ai calabresi. Io da giornalista l'ho capito, lei l'ha capito? "

Guardi, io ho gestito un ente di 400 miliardi di euro all'anno di spesa. Ce n'è di spesa, è il cuore pulsante del welfare degli italiani. 400 miliardi di euro sono tanti. Pensi soltanto a cambiare una lampadina in ogni sede. Una lampadina in ogni sede sono milioni di euro. Ecco, se mi fossi permesso in qualche modo di avere una gestione opaca o non trasparente di un ente come questo, sarebbero partiti appunto avvisi di garanzia e cos'altro. 

Sono orgoglioso non solo di una gestione oculata dal punto di vista finanziario, trasparente, onesta, ma anche di trasformazione di un grande ente come IMS, che oggi è uno giaguaro rispetto al paiderma che avevo trovato. Il punto invece su Occhiuto è diverso. Occuto ha fatto qualcosa che non era mai verificato perché vedete quando qualcuno viene raggiunto da un avviso di garanzia, quando ci sono delle indagini in corso, i politici c'hanno due possibilità. possono dimettersi perché possono dire di affrontare il processo in modo più tranquillo, sereno, lasciando appunto gli affari pubblici e affrontando con con serenità il processo. Oppure possono dire in tutta onestà, guardate, io sono onesto, sono convinto che sono innocente e voglio andare avanti nel mio lavoro e così, come dire, vi chiedo la vostra fiducia e magari, appunto, alla fine avrà pure ragione perché sarà completamente assolto da ogni indagine, ma sicuramente non può dimettersi per ricandidarsi, perché questo succede soltanto nei paesi dell'America Latina, nemmeno oggi, di una volta, perché schiaffeggia in questo modo le istituzioni democratiche, sfida la magistratura, perché lui pensa che essendo votato e magari avendo un voto elettorale, un consenso elettorale, può superare le investigazioni della magistratura. Questo non succede da nessuna parte del paese civile. 

Quindi questo è ciò che è un precedente pericolosissimo, innanzitutto, perché pensate voi se questa terza opzione fosse esercitata in tutte le regioni, in tutti i paesi, in tutte le città, nei parlamenti, dove appunto ci sono purtroppo spesso investigazioni che coinvolgono politici, ecco, tutto questo è inaccettabile. Si doveva dimettere per i fallimenti nelle opere pubbliche, nei nell'alta velocità. si doveva dimettere per i fallimenti della sua amministrazione, si doveva dimettere per aver favorito l'autonomia differenziata che voleva questo governo di centrodestra. 

Si doveva dimettere per avere avvallato questo scempio del ponte sullo stretto che toglie 14 miliardi di euro dalle risorse dei calabresi e dei siciliani quando invece qui c'è tutto da fare, arie interne, scuola, sanità, sviluppo. Ecco, si doveva dimettere per questo, ma non per ricandidarsi. però abbiamo costruito un muro democratico contro di lui. Ecco, lui dice qualcuno gli dovrà chiedere scusa, no? Lui dovrà chiedere scusa ai calabresi dopo il 5 ottobre. 

Un appello al voto, presidente, che è importante perché l'assenteismo può decidere può decidere le sorti, le sue sorti, magari anche la sua vittoria.

"Quindi, sottolinei  con le sue parole quanto è importante andare a votare."

Ecco, in questo contesto ancora di più, vedete, noi abbiamo avuto la forza, come tutto il campo progressista in pochissimi giorni, 20 giorni, qualcuno ha detto "Ci avete messo tanto, 20 giorni per prendere una decisione ad agosto." Ecco, a me sono sembrati effettivamente tanti, li ho vissuti personalmente. 20 giorni di appunto riflessione, avevo certo 20 giorni per fare le liste, per fare le firme, per mettere insieme una coalizione, per costruire un programma bellissimo, straordinario, in 10 punti. Ecco, 10 giorni però altrove 20 giorni non bastano nemmeno per pensare che devono andare a fare le elezioni. Invece abbiamo avuto una grande risposta democratica. 

Tutte le forze progressiste, tutte le forze di centrosinistra, il Movimento 5 Stelle insieme non succedeva da 20 anni per fronteggiare questa destra. Questo è quello che gli italiani calabresi vogliono quando vanno a votare. Una credibilità anche di una coalizione forte, coesa per sconfiggere l'altra parte. 

La destra arrogante che si è permessa di sfidare ad agosto come se fossimo in un papete di Salvini qualsiasi, si è permessa di sfidare le istituzioni e la magistratura, appunto, chiederanno di nuovo scusa agli italiani. Per questo i calabresi dovranno andare a votare perché hanno davanti a sé una coalizione di competenza onesta, democratica e dall'altra parte qualcuno che voleva schiaffeggiare le istituzioni. Andate a votare perché questa è l'ultima chance per tutti noi.

"Grazie presidente".

Reggio Calabria 7 settembre 2025
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@luigi.palamara Un faccia a faccia col Candidato Presidente alla Regione Calabria Pasquale Tridico. Sanità, Reddito di Dignità, Credibilità, appello ad andare a votare. I temi trattati. Reggio Calabria 7 settembre 2025 #pasqualetridico #reggiocalabria #calabria #intervista #luigipalamara ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara Incontro Culturale a Reggio Calabria con il Candidato Presidente alla Regione Calabria Pasquale Tridico. Cultura, Sanità, Reddito di Dignità, Credibilità, appello ad andare a votare. Reggio Calabria 7 settembre 2025 #pasqualetridico #reggiocalabria #calabria #intervista #luigipalamara ♬ suono originale - Luigi Palamara

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