Calabria. Elezioni Regionali e la partita truccata dei numeri
L'Editoriale di Luigi Palamara
Il dato aritmetico, prima ancora che politico, pesa come una sentenza: otto liste per il centrodestra, sei per il centrosinistra. Non serve un mago di sondaggi né un fine stratega per comprendere che, numericamente, l’armata di Occhiuto parte già con un vantaggio che rasenta la sproporzione. È la legge dei numeri, e i numeri in politica sono come il tempo in guerra: non mentono mai.
A sostegno del governatore uscente marciano Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Noi Moderati, Udc, Forza Azzurri, Occhiuto Presidente e Sud chiama Nord–Partito Animalista. Otto truppe, diverse tra loro ma disciplinate, pronte a tradurre in voti la forza degli apparati, delle reti locali, delle clientele. Una macchina da guerra, non un carrozzone.
Pasquale Tridico, il professore prestato alla politica, oppone a questo schieramento un campo largo con sei liste: il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra – PSI – +Europa – PRI – Mezzogiorno Federato, la Federazione Riformista (con dentro Azione e Italia Viva), Rifondazione Comunista e Democrazia Solidale, più la civica Tridico Presidente. Ma l’elenco, pur ricco di sigle, non colma la distanza: perché le sigle senza radici sono cori senza voce.
L’unico appiglio, fragile come un filo d’erba in mezzo alla tempesta, è la partecipazione al voto. Parlare di un’affluenza al 60% – soglia minima per riaprire i giochi – equivale a confidare nei miracoli. E i miracoli, in politica, li invoca solo chi non ha più altro a cui aggrapparsi.
La verità, nuda e scomoda, è che Tridico sta scalando una montagna con le tasche piene di pietre. Ogni lista che manca al centrosinistra è un macigno che lo tira giù, ogni clan locale che si sposta dall’altra parte è una corda che si spezza. La Calabria non perdona le debolezze, e premia chi sa costruire apparati. Occhiuto questo lo sa, e ha tessuto la sua tela con la calma dell’ingegnere e la spregiudicatezza del politico di razza.
Eppure, tra i crepacci di questa partita già scritta, resta un interrogativo che fa tremare i polsi a entrambi gli schieramenti: quanta parte del popolo calabrese accetterà ancora di essere spettatore e non protagonista? Se il 40, o forse il 50 per cento dei cittadini resterà a casa, allora la vittoria di Occhiuto sarà trionfale ma zoppa, consacrata dai numeri ma delegittimata dal silenzio.
Qui si gioca la partita vera, non sui palchi dei comizi ma nelle cucine delle case, nei bar di paese, negli occhi stanchi di chi non crede più che un voto cambi la vita. È su questo terreno che Tridico avrebbe dovuto accendere un fuoco, invece di restare intrappolato nella grammatica dei programmi. Ma forse è troppo tardi: quando un popolo ha smesso di credere, non c’è professore che tenga.
E allora, calabresi, la scelta è vostra. Se non andate a votare, gli altri voteranno per voi. E poi non vi lamentate se a comandare saranno sempre gli stessi.
Luigi Palamara Tutti I diritti riservati Reggio Calabria 5 settembre 2025
#politica #calabria #robertoocchiuto #pasqualetridico #luigipalamara
Commenti
Posta un commento
LASCIA IL TUO COMMENTO. La tua opinione è importante.