Calabria. Lavoro e illusioni contabili. L'Editoriale di Luigi Palamara

Calabria. Lavoro e illusioni contabili
L'Editoriale di Luigi Palamara


In Calabria, quando si parla di lavoro, c’è sempre qualcuno pronto a stappare lo spumante. È successo anche a Reggio, dove Fratelli d’Italia ha convocato mezzo partito per annunciare al popolo la lieta novella: l’occupazione cresce, i sussidi sono finiti, la gente lavora di più e meglio. Applausi, foto, e via col comunicato.

Peccato che la realtà sia meno festosa. I numeri, si sa, non mentono. Ma chi li usa può farli mentire benissimo. Ed è qui che scatta la magia: dal 43,8 al 46,4 per cento di occupazione in tre anni. Bene, diranno i più ingenui. E invece no. Perché ogni anno dalla Calabria se ne vanno 35.000 persone. In cinque anni, 175.000. Giovani, formati, quelli che altrove chiamano “capitale umano” e qui semplicemente fanno le valigie. Se togli gli studenti peggiori da una classe, la media si alza. Ma è un trucco, non un miracolo.

Si chiama aritmetica della propaganda. L’assessore Calabrese e la ministra Calderone possono pure raccontarla come un “cambio di passo”. Ma la verità è che il passo lo fanno gli emigranti, a gambe levate, verso Milano o Berlino. E quando il bacino dei disoccupati si svuota perché la gente scappa, non perché trova lavoro, le percentuali sorridono. Ma la Calabria no.

Il centrodestra rivendica di aver spento il reddito di cittadinanza. Giusto. Era un’elemosina che ha drogato intere generazioni. Ma sostituirlo con l’illusione che il lavoro sia aumentato è un’altra forma di inganno. Non basta infilare trentaduemila ex percettori in qualche attività per parlare di svolta. È un pannicello caldo su una febbre che dura da mezzo secolo.

In fondo, i calabresi lo sanno. Non amano vivere di sussidio, come dice Calderone. Ma non amano nemmeno essere trattati da scemi. E il sospetto è che, a furia di numeri, percentuali e conferenze stampa, la politica si sia convinta che basti spostare le cifre su un foglio Excel per cambiare la realtà.

La realtà, invece, resta questa: la Calabria si svuota. E una terra che si svuota non ha futuro. Il resto è propaganda da comizio, e di comizi, qui, siamo già sazi da decenni.

Luigi Palamara Tutti I diritti riservati Reggio Calabria 25 settembre 2025

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@luigi.palamara Calabria. Lavoro e illusioni contabili L'Editoriale di Luigi Palamara In Calabria, quando si parla di lavoro, c’è sempre qualcuno pronto a stappare lo spumante. È successo anche a Reggio, dove Fratelli d’Italia ha convocato mezzo partito per annunciare al popolo la lieta novella: l’occupazione cresce, i sussidi sono finiti, la gente lavora di più e meglio. Applausi, foto, e via col comunicato. Peccato che la realtà sia meno festosa. I numeri, si sa, non mentono. Ma chi li usa può farli mentire benissimo. Ed è qui che scatta la magia: dal 43,8 al 46,4 per cento di occupazione in tre anni. Bene, diranno i più ingenui. E invece no. Perché ogni anno dalla Calabria se ne vanno 35.000 persone. In cinque anni, 175.000. Giovani, formati, quelli che altrove chiamano “capitale umano” e qui semplicemente fanno le valigie. Se togli gli studenti peggiori da una classe, la media si alza. Ma è un trucco, non un miracolo. Si chiama aritmetica della propaganda. L’assessore Calabrese e la ministra Calderone possono pure raccontarla come un “cambio di passo”. Ma la verità è che il passo lo fanno gli emigranti, a gambe levate, verso Milano o Berlino. E quando il bacino dei disoccupati si svuota perché la gente scappa, non perché trova lavoro, le percentuali sorridono. Ma la Calabria no. Il centrodestra rivendica di aver spento il reddito di cittadinanza. Giusto. Era un’elemosina che ha drogato intere generazioni. Ma sostituirlo con l’illusione che il lavoro sia aumentato è un’altra forma di inganno. Non basta infilare trentaduemila ex percettori in qualche attività per parlare di svolta. È un pannicello caldo su una febbre che dura da mezzo secolo. In fondo, i calabresi lo sanno. Non amano vivere di sussidio, come dice Calderone. Ma non amano nemmeno essere trattati da scemi. E il sospetto è che, a furia di numeri, percentuali e conferenze stampa, la politica si sia convinta che basti spostare le cifre su un foglio Excel per cambiare la realtà. La realtà, invece, resta questa: la Calabria si svuota. E una terra che si svuota non ha futuro. Il resto è propaganda da comizio, e di comizi, qui, siamo già sazi da decenni. Luigi Palamara Tutti I diritti riservati Reggio Calabria 25 settembre 2025 #maeinaelviracalderone #fratelliditalia #reggiocalabria #occupazione #lavoro ♬ suono originale - Luigi Palamara

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