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In politica con la vittoria in tasca si può perdere la partita.

In politica con la vittoria in tasca si può perdere la partita.
L'Editoriale di Luigi Palamara


Un vizio antico della politica italiana è: confondere l’affetto con la visione, l’amicizia personale con il progetto collettivo. È un errore che si paga caro, perché la politica non è una cena tra amici, né un salotto di reciproche cortesie. È una costruzione complessa, dove l’opinione conta, ma conta di più la capacità di trasformarla in azione corale.

Chi non sa accettare il proprio turno in panchina non ha capito il gioco: il rischio è di rovinare la partita al resto della squadra e di far perdere al capitano la sua credibilità. La politica, come il calcio, non si gioca da soli. I solisti fanno rumore, ma non vincono i campionati.

La politica è lotta, sacrificio, fatica. Non è un teatrino di carezze, non è l’applauso facile o la smorfia di consenso. È sangue e responsabilità. È dire “oggi non tocca a me” e restare al fianco di chi porta la bandiera, senza sbuffare, senza complotti da corridoio. Chi non lo capisce tradisce non solo la squadra, ma se stesso.

La politica, nelle nostre terre e nei nostri cuori, non è solo potere: è destino comune, è comunità, è sofferenza e speranza intrecciate. È un mosaico in cui ogni tessera, anche la più piccola, ha senso solo se trova il suo posto. Non si vive di partite individuali, ma di una lunga campagna in cui ognuno, a suo tempo, deve saper correre, combattere e persino aspettare.

Ecco perché oggi il sostegno al leader non è un atto di simpatia personale, ma un investimento in una visione più grande. Chi lo apprezza lo faccia con convinzione, sapendo che non basta l’affetto a reggere un progetto politico. Ci vuole squadra, ci vuole disciplina, ci vuole coraggio. E, soprattutto, ci vuole la capacità di capire quando si gioca e quando si deve restare in panchina.

Perché con la vittoria in tasca si rischia di perdere una finale irripetibile. Il tempo stringe e bisogna decidere in fretta. Non sarà facile né indolore. Ma questa è la politica.

Chi non lo accetta può sempre cambiare squadra. Ma non si illuda: il campo della politica non perdona gli individualisti.

Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 3 settembre 2025

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