La dignità non è un lusso: in Calabria manca il lavoro, non la voglia di lavorare.

La dignità non è un lusso: in Calabria manca il lavoro, non la voglia di lavorare.

Bisogna creare lavoro stabile, non sussidi a tempo. I calabresi hanno dignità.
L'Editoriale di Luigi Palamara


Bella frase, peccato che sembri uscita da un manuale di buone intenzioni senza un grammo di realtà dentro.

Perché il lavoro stabile, qui, non c’è. Non è che la gente non voglia lavorare: è che non c’è dove farlo. Non ci sono fabbriche, non ci sono industrie, non ci sono politiche che investano davvero. E allora, in questa terra, il lavoro diventa una chimera: chi ce l’ha spesso è perché si è “imbucato”, perché ha trovato la scorciatoia giusta, perché ha conosciuto la persona giusta. Meritocrazia? Qui è una parola straniera.

E mentre i pochi privilegiati si sistemano, gli altri devono arrangiarsi. E se qualcuno osa parlare di sostegno, di aiuto, di dignità, subito parte il coro del cinismo: “Vai a lavorare!”. Ma dove, dove? In quale azienda fantasma? In quale ufficio dove l’ingresso è riservato agli amici degli amici?

Il problema è che siamo diventati cattivi. Ci siamo convinti che se qualcuno riceve un aiuto, ci toglie qualcosa. Come se aiutare un povero, un disoccupato, un giovane senza futuro fosse un atto di debolezza, un furto alla nostra carne. E invece aiutare dovrebbe essere un dovere, un segno di civiltà.

La verità è che la Calabria non è povera di idee né di forza. È povera di opportunità. E finché chi governa non avrà il coraggio di affrontare questo, senza liquidare ogni proposta come “fake news” o “assistenzialismo”, allora la dignità resterà solo uno slogan.

Perché la dignità non si predica: si costruisce. E si costruisce dando possibilità, non voltando le spalle.

Luigi Palamara
Tutti i diritti riservati
Reggio Calabria 21 settembre 2025

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