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Le parole contano. Eccome se contano.

Le parole contano. Eccome se contano.

L'Editoriale di Luigi Palamara 

Quanta ipocrisia dietro la frase “contano i fatti, non le parole”. La si ripete come un rosario consumato, con quella sufficienza tipica dei cinici. È una scusa, nient’altro. Una scusa per non pensare, per non parlare, per non assumersi la responsabilità di dare un nome alle cose.

I fatti senza parole sono nulla. Cronaca che evapora. Sangue che si asciuga sull’asfalto e che, se nessuno racconta, non lascia memoria. Una guerra senza cronisti è solo macelleria. Una scoperta senza voce è solo un esperimento da laboratorio. Un amore senza dichiarazione è un sentimento muto, che marcisce dentro.

E allora basta con questa bugia rassicurante. Le parole contano. Le parole fanno più male di una coltellata, e più bene di mille carezze. Le parole costruiscono mondi e li distruggono, accendono rivoluzioni e le spengono. Le parole portano alla forca o aprono le porte della libertà. Le parole sono arma e sono carezza, veleno e antidoto.

Persino i fatti che amate tanto, i “sacri” fatti, hanno bisogno delle parole per esistere. La Bastiglia fu abbattuta, sì, ma se nessuno l’avesse raccontato, sarebbe stata solo una prigione cadente ridotta in macerie. Lo sbarco sulla Luna sarebbe rimasto un puntino bianco visto da pochi addetti ai lavori, se Armstrong non avesse pronunciato quella frase che ha fatto il giro del pianeta.

La realtà non è quella che accade: è quella che viene detta. E questo, lo so, fa paura. Perché significa che le parole hanno più potere dei gesti. Significa che chi possiede la parola, possiede il mondo.

Naturalmente, lo so anch’io che le parole da sole non bastano. Troppa retorica ci soffoca, troppe menzogne ci ubriacano. Viviamo nell’epoca delle chiacchiere infinite, dei proclami senza seguito, degli slogan sparati a raffica come colpi a salve. È vero: parole senza fatti sono fumo negli occhi, sono tradimento.

Ma la risposta non è zittirsi. Non è dire: “Facciamo, e basta”. No! La risposta è restituire alle parole la loro dignità. Farle combaciare con i fatti, farle incarnare nella carne viva della realtà. Dire e fare, insieme. Perché il fatto da solo muore, la parola da sola inganna. Ma insieme creano la sola cosa che resiste: la verità.

E qui veniamo al punto. Perché chi vi dice che contano i fatti e non le parole, in realtà vuole mettervi a tacere. Vuole che non parliate, che non denunciate, che non raccontiate. Vuole che la vostra voce non disturbi, che la vostra memoria non resti. È un invito al silenzio, dunque alla sottomissione.

Io dico il contrario: parlate! Urlate, se serve. Raccontate quello che fate e quello che subite. Fate in modo che i vostri gesti non muoiano nel nulla. Raccontatevi, perché il silenzio è complicità, e la parola è libertà.

E infine ricordate: i fatti finiscono con voi. Le parole, invece, vi sopravvivono. Restano a raccontarvi quando non ci sarete più. Sono l’unica eternità che ci è concessa.

Luigi Palamara Tutti I diritti riservati Reggio Calabria 9 settembre 2025

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@luigi.palamara Le parole contano. Eccome se contano. L'Editoriale di Luigi Palamara Quanta ipocrisia dietro la frase “contano i fatti, non le parole”. La si ripete come un rosario consumato, con quella sufficienza tipica dei cinici. È una scusa, nient’altro. Una scusa per non pensare, per non parlare, per non assumersi la responsabilità di dare un nome alle cose. I fatti senza parole sono nulla. Cronaca che evapora. Sangue che si asciuga sull’asfalto e che, se nessuno racconta, non lascia memoria. Una guerra senza cronisti è solo macelleria. Una scoperta senza voce è solo un esperimento da laboratorio. Un amore senza dichiarazione è un sentimento muto, che marcisce dentro. E allora basta con questa bugia rassicurante. Le parole contano. Le parole fanno più male di una coltellata, e più bene di mille carezze. Le parole costruiscono mondi e li distruggono, accendono rivoluzioni e le spengono. Le parole portano alla forca o aprono le porte della libertà. Le parole sono arma e sono carezza, veleno e antidoto. Persino i fatti che amate tanto, i “sacri” fatti, hanno bisogno delle parole per esistere. La Bastiglia fu abbattuta, sì, ma se nessuno l’avesse raccontato, sarebbe stata solo una prigione cadente ridotta in macerie. Lo sbarco sulla Luna sarebbe rimasto un puntino bianco visto da pochi addetti ai lavori, se Armstrong non avesse pronunciato quella frase che ha fatto il giro del pianeta. La realtà non è quella che accade: è quella che viene detta. E questo, lo so, fa paura. Perché significa che le parole hanno più potere dei gesti. Significa che chi possiede la parola, possiede il mondo. Naturalmente, lo so anch’io che le parole da sole non bastano. Troppa retorica ci soffoca, troppe menzogne ci ubriacano. Viviamo nell’epoca delle chiacchiere infinite, dei proclami senza seguito, degli slogan sparati a raffica come colpi a salve. È vero: parole senza fatti sono fumo negli occhi, sono tradimento. Ma la risposta non è zittirsi. Non è dire: “Facciamo, e basta”. No! La risposta è restituire alle parole la loro dignità. Farle combaciare con i fatti, farle incarnare nella carne viva della realtà. Dire e fare, insieme. Perché il fatto da solo muore, la parola da sola inganna. Ma insieme creano la sola cosa che resiste: la verità. E qui veniamo al punto. Perché chi vi dice che contano i fatti e non le parole, in realtà vuole mettervi a tacere. Vuole che non parliate, che non denunciate, che non raccontiate. Vuole che la vostra voce non disturbi, che la vostra memoria non resti. È un invito al silenzio, dunque alla sottomissione. Io dico il contrario: parlate! Urlate, se serve. Raccontate quello che fate e quello che subite. Fate in modo che i vostri gesti non muoiano nel nulla. Raccontatevi, perché il silenzio è complicità, e la parola è libertà. E infine ricordate: i fatti finiscono con voi. Le parole, invece, vi sopravvivono. Restano a raccontarvi quando non ci sarete più. Sono l’unica eternità che ci è concessa. Luigi Palamara Tutti I diritti riservati Reggio Calabria 9 settembre 2025 #parole #fatti #comunicazione #editoriale #luigipalamara ♬ suono originale - Luigi Palamara

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