Occhiuto e i duelli immaginari: la politica come sceneggiata.
L'Editoriale di Luigi Palamara
Il candidato a presidente Roberto Occhiuto si strappa le vesti come una verginella offesa. Lamenta un confronto mancato, un duello negato, un ring che in realtà non c’è mai stato. Teatro d’avanspettacolo, nulla più. Perché la verità, banale e disarmante, è questa: a Catanzaro non era previsto alcun confronto tra candidati, e tanto meno con Pasquale Tridico. Si trattava, semmai, di un convegno tecnico sull’ipotesi di un secondo pronto soccorso. Un’altra cosa, un altro linguaggio.
Eppure Occhiuto ci ricama sopra la solita sceneggiata elettorale, cucendosi addosso il mantello del martire. È la sua cifra: inventarsi nemici, creare duelli inesistenti, fingersi gladiatore in un’arena che non c’è. Ma non si governa un popolo già ferito e abbandonato con i teatrini da salotto televisivo. La politica non è operetta: è carne, sudore, responsabilità.
E qui sta il punto: i calabresi hanno bisogno di serietà, non di favole. Di risposte vere, non di recite da finto coraggio quando l’avversario non c’è. I confronti autentici – quelli fissati, concordati, in cui ci si guarda negli occhi – sono altra cosa. E io ne ho proposto uno chiaro, diretto: un faccia a faccia, un giornalista di strada e un candidato alla presidenza.
Ad oggi, dal suo entourage, è arrivato solo un laconico “vedremo”.
E allora la domanda è semplice, come semplice è la verità che tanto sfugge ai professionisti della messinscena: Occhiuto, ci sarai davvero? Ti presenterai a un confronto senza finzioni, dove le domande non si scelgono e le risposte non si recitano? O ti inventerai un’altra favola per scansare quelle domande – le uniche che contano, quelle vere?
Luigi Palamara
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Reggio Calabria 19 settembre 2025
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