Pasquale Tridico e la Calabria, l’occasione che non si può più sprecare.
L'Editoriale di Luigi Palamara
In un bar di Reggio Calabria, davanti a un caffè che sa di mare e di malinconia, è andata in scena una delle poche liturgie rimaste alla politica: l’incontro con la gente. Non c’erano i velluti dei palazzi né le regie televisive, ma l’essenziale: un uomo, Pasquale Tridico, e la sua parola. Perché la politica – quella vera – si fa così, con la nudità della voce, con la fatica del corpo che si espone, con il rischio di guardare la gente negli occhi.
E gli occhi, in Calabria, non mentono. Sono occhi stanchi, affaticati, che portano sulle pupille secoli di miseria e di promesse tradite. In quegli sguardi c’è tutta la diffidenza di una terra abituata a sopravvivere ai suoi padroni. Ma c’è anche la speranza, che come l’edera si aggrappa anche al muro più screpolato.
Tridico, uomo del Sud e non importato dai salotti romani, sembra offrirsi come antidoto a quella malattia crudele: la rassegnazione, la convinzione che in Calabria non possa cambiare nulla perché tutto è già stato corrotto. Eppure, proprio in quell’apparente immobilità, può covare la sorpresa: il figlio di questa terra che torna per riscattarla.
Certo, non basta un nome né una biografia per invertire il destino della regione più povera d’Europa. Sanità devastata, lavoro assente, giovani che partono come esuli. Ma la politica è l’arte del possibile, non del sogno. Eppure senza sognare non si governa. Tridico sembra promettere non miracoli, ma un cambio di rotta: la rottura con la continuità clientelare, la voglia di misurarsi con la concretezza dei problemi.
Ecco allora Tridico, che si presenta non come il salvatore, ma come l’uomo che forse può provarci. Non cambierà la Calabria con i miracoli, perché i miracoli non spettano ai politici ma ai santi. Potrà però darle un governo meno indecente, e già questo, dalle parti dello Stretto, sarebbe una rivoluzione.
Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 7 settembre 2025
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@luigi.palamara Pasquale Tridico e la Calabria, l’occasione che non si può più sprecare L'Editoriale di Luigi Palamara HIGHLIGHTS In un bar di Reggio Calabria, davanti a un caffè che sa di mare e di malinconia, è andata in scena una delle poche liturgie rimaste alla politica: l’incontro con la gente. Non c’erano i velluti dei palazzi né le regie televisive, ma l’essenziale: un uomo, Pasquale Tridico, e la sua parola. Perché la politica – quella vera – si fa così, con la nudità della voce, con la fatica del corpo che si espone, con il rischio di guardare la gente negli occhi. E gli occhi, in Calabria, non mentono. Sono occhi stanchi, affaticati, che portano sulle pupille secoli di miseria e di promesse tradite. In quegli sguardi c’è tutta la diffidenza di una terra abituata a sopravvivere ai suoi padroni. Ma c’è anche la speranza, che come l’edera si aggrappa anche al muro più screpolato. Tridico, uomo del Sud e non importato dai salotti romani, sembra offrirsi come antidoto a quella malattia crudele: la rassegnazione, la convinzione che in Calabria non possa cambiare nulla perché tutto è già stato corrotto. Eppure, proprio in quell’apparente immobilità, può covare la sorpresa: il figlio di questa terra che torna per riscattarla. Certo, non basta un nome né una biografia per invertire il destino della regione più povera d’Europa. Sanità devastata, lavoro assente, giovani che partono come esuli. Ma la politica è l’arte del possibile, non del sogno. Eppure senza sognare non si governa. Tridico sembra promettere non miracoli, ma un cambio di rotta: la rottura con la continuità clientelare, la voglia di misurarsi con la concretezza dei problemi. Ecco allora Tridico, che si presenta non come il salvatore, ma come l’uomo che forse può provarci. Non cambierà la Calabria con i miracoli, perché i miracoli non spettano ai politici ma ai santi. Potrà però darle un governo meno indecente, e già questo, dalle parti dello Stretto, sarebbe una rivoluzione. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 7 settembre 2025 #pasqualetridico #calabria #editoriale #reggiocalabria #politica ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara Pasquale Tridico e la Calabria, l’occasione che non si può più sprecare L'Editoriale di Luigi Palamara INTERVENTO INTRODUTTIVO In un bar di Reggio Calabria, davanti a un caffè che sa di mare e di malinconia, è andata in scena una delle poche liturgie rimaste alla politica: l’incontro con la gente. Non c’erano i velluti dei palazzi né le regie televisive, ma l’essenziale: un uomo, Pasquale Tridico, e la sua parola. Perché la politica – quella vera – si fa così, con la nudità della voce, con la fatica del corpo che si espone, con il rischio di guardare la gente negli occhi. E gli occhi, in Calabria, non mentono. Sono occhi stanchi, affaticati, che portano sulle pupille secoli di miseria e di promesse tradite. In quegli sguardi c’è tutta la diffidenza di una terra abituata a sopravvivere ai suoi padroni. Ma c’è anche la speranza, che come l’edera si aggrappa anche al muro più screpolato. Tridico, uomo del Sud e non importato dai salotti romani, sembra offrirsi come antidoto a quella malattia crudele: la rassegnazione, la convinzione che in Calabria non possa cambiare nulla perché tutto è già stato corrotto. Eppure, proprio in quell’apparente immobilità, può covare la sorpresa: il figlio di questa terra che torna per riscattarla. Certo, non basta un nome né una biografia per invertire il destino della regione più povera d’Europa. Sanità devastata, lavoro assente, giovani che partono come esuli. Ma la politica è l’arte del possibile, non del sogno. Eppure senza sognare non si governa. Tridico sembra promettere non miracoli, ma un cambio di rotta: la rottura con la continuità clientelare, la voglia di misurarsi con la concretezza dei problemi. Ecco allora Tridico, che si presenta non come il salvatore, ma come l’uomo che forse può provarci. Non cambierà la Calabria con i miracoli, perché i miracoli non spettano ai politici ma ai santi. Potrà però darle un governo meno indecente, e già questo, dalle parti dello Stretto, sarebbe una rivoluzione. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 7 settembre 2025 #pasqualetridico #calabria #editoriale #reggiocalabria #politica ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara Pasquale Tridico e la Calabria, l’occasione che non si può più sprecare L'Editoriale di Luigi Palamara INTERVENTO DI MARISA CAGLIOSTRO In un bar di Reggio Calabria, davanti a un caffè che sa di mare e di malinconia, è andata in scena una delle poche liturgie rimaste alla politica: l’incontro con la gente. Non c’erano i velluti dei palazzi né le regie televisive, ma l’essenziale: un uomo, Pasquale Tridico, e la sua parola. Perché la politica – quella vera – si fa così, con la nudità della voce, con la fatica del corpo che si espone, con il rischio di guardare la gente negli occhi. E gli occhi, in Calabria, non mentono. Sono occhi stanchi, affaticati, che portano sulle pupille secoli di miseria e di promesse tradite. In quegli sguardi c’è tutta la diffidenza di una terra abituata a sopravvivere ai suoi padroni. Ma c’è anche la speranza, che come l’edera si aggrappa anche al muro più screpolato. Tridico, uomo del Sud e non importato dai salotti romani, sembra offrirsi come antidoto a quella malattia crudele: la rassegnazione, la convinzione che in Calabria non possa cambiare nulla perché tutto è già stato corrotto. Eppure, proprio in quell’apparente immobilità, può covare la sorpresa: il figlio di questa terra che torna per riscattarla. Certo, non basta un nome né una biografia per invertire il destino della regione più povera d’Europa. Sanità devastata, lavoro assente, giovani che partono come esuli. Ma la politica è l’arte del possibile, non del sogno. Eppure senza sognare non si governa. Tridico sembra promettere non miracoli, ma un cambio di rotta: la rottura con la continuità clientelare, la voglia di misurarsi con la concretezza dei problemi. Ecco allora Tridico, che si presenta non come il salvatore, ma come l’uomo che forse può provarci. Non cambierà la Calabria con i miracoli, perché i miracoli non spettano ai politici ma ai santi. Potrà però darle un governo meno indecente, e già questo, dalle parti dello Stretto, sarebbe una rivoluzione. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 7 settembre 2025 #pasqualetridico #calabria #editoriale #reggiocalabria #politica ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara Pasquale Tridico e la Calabria, l’occasione che non si può più sprecare L'Editoriale di Luigi Palamara INTERVENTO DI PASQUALE ANDIDERO In un bar di Reggio Calabria, davanti a un caffè che sa di mare e di malinconia, è andata in scena una delle poche liturgie rimaste alla politica: l’incontro con la gente. Non c’erano i velluti dei palazzi né le regie televisive, ma l’essenziale: un uomo, Pasquale Tridico, e la sua parola. Perché la politica – quella vera – si fa così, con la nudità della voce, con la fatica del corpo che si espone, con il rischio di guardare la gente negli occhi. E gli occhi, in Calabria, non mentono. Sono occhi stanchi, affaticati, che portano sulle pupille secoli di miseria e di promesse tradite. In quegli sguardi c’è tutta la diffidenza di una terra abituata a sopravvivere ai suoi padroni. Ma c’è anche la speranza, che come l’edera si aggrappa anche al muro più screpolato. Tridico, uomo del Sud e non importato dai salotti romani, sembra offrirsi come antidoto a quella malattia crudele: la rassegnazione, la convinzione che in Calabria non possa cambiare nulla perché tutto è già stato corrotto. Eppure, proprio in quell’apparente immobilità, può covare la sorpresa: il figlio di questa terra che torna per riscattarla. Certo, non basta un nome né una biografia per invertire il destino della regione più povera d’Europa. Sanità devastata, lavoro assente, giovani che partono come esuli. Ma la politica è l’arte del possibile, non del sogno. Eppure senza sognare non si governa. Tridico sembra promettere non miracoli, ma un cambio di rotta: la rottura con la continuità clientelare, la voglia di misurarsi con la concretezza dei problemi. Ecco allora Tridico, che si presenta non come il salvatore, ma come l’uomo che forse può provarci. Non cambierà la Calabria con i miracoli, perché i miracoli non spettano ai politici ma ai santi. Potrà però darle un governo meno indecente, e già questo, dalle parti dello Stretto, sarebbe una rivoluzione. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 7 settembre 2025 #pasqualetridico #calabria #editoriale #reggiocalabria #politica ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara Pasquale Tridico e la Calabria, l’occasione che non si può più sprecare L'Editoriale di Luigi Palamara INTERVENTO In un bar di Reggio Calabria, davanti a un caffè che sa di mare e di malinconia, è andata in scena una delle poche liturgie rimaste alla politica: l’incontro con la gente. Non c’erano i velluti dei palazzi né le regie televisive, ma l’essenziale: un uomo, Pasquale Tridico, e la sua parola. Perché la politica – quella vera – si fa così, con la nudità della voce, con la fatica del corpo che si espone, con il rischio di guardare la gente negli occhi. E gli occhi, in Calabria, non mentono. Sono occhi stanchi, affaticati, che portano sulle pupille secoli di miseria e di promesse tradite. In quegli sguardi c’è tutta la diffidenza di una terra abituata a sopravvivere ai suoi padroni. Ma c’è anche la speranza, che come l’edera si aggrappa anche al muro più screpolato. Tridico, uomo del Sud e non importato dai salotti romani, sembra offrirsi come antidoto a quella malattia crudele: la rassegnazione, la convinzione che in Calabria non possa cambiare nulla perché tutto è già stato corrotto. Eppure, proprio in quell’apparente immobilità, può covare la sorpresa: il figlio di questa terra che torna per riscattarla. Certo, non basta un nome né una biografia per invertire il destino della regione più povera d’Europa. Sanità devastata, lavoro assente, giovani che partono come esuli. Ma la politica è l’arte del possibile, non del sogno. Eppure senza sognare non si governa. Tridico sembra promettere non miracoli, ma un cambio di rotta: la rottura con la continuità clientelare, la voglia di misurarsi con la concretezza dei problemi. Ecco allora Tridico, che si presenta non come il salvatore, ma come l’uomo che forse può provarci. Non cambierà la Calabria con i miracoli, perché i miracoli non spettano ai politici ma ai santi. Potrà però darle un governo meno indecente, e già questo, dalle parti dello Stretto, sarebbe una rivoluzione. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 7 settembre 2025 #pasqualetridico #calabria #editoriale #reggiocalabria #politica ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara Pasquale Tridico e la Calabria, l’occasione che non si può più sprecare L'Editoriale di Luigi Palamara INTERVENTO DI GABRIELLA ANDRIANI In un bar di Reggio Calabria, davanti a un caffè che sa di mare e di malinconia, è andata in scena una delle poche liturgie rimaste alla politica: l’incontro con la gente. Non c’erano i velluti dei palazzi né le regie televisive, ma l’essenziale: un uomo, Pasquale Tridico, e la sua parola. Perché la politica – quella vera – si fa così, con la nudità della voce, con la fatica del corpo che si espone, con il rischio di guardare la gente negli occhi. E gli occhi, in Calabria, non mentono. Sono occhi stanchi, affaticati, che portano sulle pupille secoli di miseria e di promesse tradite. In quegli sguardi c’è tutta la diffidenza di una terra abituata a sopravvivere ai suoi padroni. Ma c’è anche la speranza, che come l’edera si aggrappa anche al muro più screpolato. Tridico, uomo del Sud e non importato dai salotti romani, sembra offrirsi come antidoto a quella malattia crudele: la rassegnazione, la convinzione che in Calabria non possa cambiare nulla perché tutto è già stato corrotto. Eppure, proprio in quell’apparente immobilità, può covare la sorpresa: il figlio di questa terra che torna per riscattarla. Certo, non basta un nome né una biografia per invertire il destino della regione più povera d’Europa. Sanità devastata, lavoro assente, giovani che partono come esuli. Ma la politica è l’arte del possibile, non del sogno. Eppure senza sognare non si governa. Tridico sembra promettere non miracoli, ma un cambio di rotta: la rottura con la continuità clientelare, la voglia di misurarsi con la concretezza dei problemi. Ecco allora Tridico, che si presenta non come il salvatore, ma come l’uomo che forse può provarci. Non cambierà la Calabria con i miracoli, perché i miracoli non spettano ai politici ma ai santi. Potrà però darle un governo meno indecente, e già questo, dalle parti dello Stretto, sarebbe una rivoluzione. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 7 settembre 2025 #pasqualetridico #calabria #editoriale #reggiocalabria #politica ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara Pasquale Tridico e la Calabria, l’occasione che non si può più sprecare L'Editoriale di Luigi Palamara INTERVENTO DI GIOVANNA ROSCHETTI In un bar di Reggio Calabria, davanti a un caffè che sa di mare e di malinconia, è andata in scena una delle poche liturgie rimaste alla politica: l’incontro con la gente. Non c’erano i velluti dei palazzi né le regie televisive, ma l’essenziale: un uomo, Pasquale Tridico, e la sua parola. Perché la politica – quella vera – si fa così, con la nudità della voce, con la fatica del corpo che si espone, con il rischio di guardare la gente negli occhi. E gli occhi, in Calabria, non mentono. Sono occhi stanchi, affaticati, che portano sulle pupille secoli di miseria e di promesse tradite. In quegli sguardi c’è tutta la diffidenza di una terra abituata a sopravvivere ai suoi padroni. Ma c’è anche la speranza, che come l’edera si aggrappa anche al muro più screpolato. Tridico, uomo del Sud e non importato dai salotti romani, sembra offrirsi come antidoto a quella malattia crudele: la rassegnazione, la convinzione che in Calabria non possa cambiare nulla perché tutto è già stato corrotto. Eppure, proprio in quell’apparente immobilità, può covare la sorpresa: il figlio di questa terra che torna per riscattarla. Certo, non basta un nome né una biografia per invertire il destino della regione più povera d’Europa. Sanità devastata, lavoro assente, giovani che partono come esuli. Ma la politica è l’arte del possibile, non del sogno. Eppure senza sognare non si governa. Tridico sembra promettere non miracoli, ma un cambio di rotta: la rottura con la continuità clientelare, la voglia di misurarsi con la concretezza dei problemi. Ecco allora Tridico, che si presenta non come il salvatore, ma come l’uomo che forse può provarci. Non cambierà la Calabria con i miracoli, perché i miracoli non spettano ai politici ma ai santi. Potrà però darle un governo meno indecente, e già questo, dalle parti dello Stretto, sarebbe una rivoluzione. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 7 settembre 2025 #pasqualetridico #calabria #editoriale #reggiocalabria #politica ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara Pasquale Tridico e la Calabria, l’occasione che non si può più sprecare L'Editoriale di Luigi Palamara INTERVENTO DI SAVERIO PAZZANO In un bar di Reggio Calabria, davanti a un caffè che sa di mare e di malinconia, è andata in scena una delle poche liturgie rimaste alla politica: l’incontro con la gente. Non c’erano i velluti dei palazzi né le regie televisive, ma l’essenziale: un uomo, Pasquale Tridico, e la sua parola. Perché la politica – quella vera – si fa così, con la nudità della voce, con la fatica del corpo che si espone, con il rischio di guardare la gente negli occhi. E gli occhi, in Calabria, non mentono. Sono occhi stanchi, affaticati, che portano sulle pupille secoli di miseria e di promesse tradite. In quegli sguardi c’è tutta la diffidenza di una terra abituata a sopravvivere ai suoi padroni. Ma c’è anche la speranza, che come l’edera si aggrappa anche al muro più screpolato. Tridico, uomo del Sud e non importato dai salotti romani, sembra offrirsi come antidoto a quella malattia crudele: la rassegnazione, la convinzione che in Calabria non possa cambiare nulla perché tutto è già stato corrotto. Eppure, proprio in quell’apparente immobilità, può covare la sorpresa: il figlio di questa terra che torna per riscattarla. Certo, non basta un nome né una biografia per invertire il destino della regione più povera d’Europa. Sanità devastata, lavoro assente, giovani che partono come esuli. Ma la politica è l’arte del possibile, non del sogno. Eppure senza sognare non si governa. Tridico sembra promettere non miracoli, ma un cambio di rotta: la rottura con la continuità clientelare, la voglia di misurarsi con la concretezza dei problemi. Ecco allora Tridico, che si presenta non come il salvatore, ma come l’uomo che forse può provarci. Non cambierà la Calabria con i miracoli, perché i miracoli non spettano ai politici ma ai santi. Potrà però darle un governo meno indecente, e già questo, dalle parti dello Stretto, sarebbe una rivoluzione. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 7 settembre 2025 #pasqualetridico #calabria #editoriale #reggiocalabria #politica ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara Pasquale Tridico e la Calabria, l’occasione che non si può più sprecare L'Editoriale di Luigi Palamara INTERVENTO DI IRENE CALABRÒ In un bar di Reggio Calabria, davanti a un caffè che sa di mare e di malinconia, è andata in scena una delle poche liturgie rimaste alla politica: l’incontro con la gente. Non c’erano i velluti dei palazzi né le regie televisive, ma l’essenziale: un uomo, Pasquale Tridico, e la sua parola. Perché la politica – quella vera – si fa così, con la nudità della voce, con la fatica del corpo che si espone, con il rischio di guardare la gente negli occhi. E gli occhi, in Calabria, non mentono. Sono occhi stanchi, affaticati, che portano sulle pupille secoli di miseria e di promesse tradite. In quegli sguardi c’è tutta la diffidenza di una terra abituata a sopravvivere ai suoi padroni. Ma c’è anche la speranza, che come l’edera si aggrappa anche al muro più screpolato. Tridico, uomo del Sud e non importato dai salotti romani, sembra offrirsi come antidoto a quella malattia crudele: la rassegnazione, la convinzione che in Calabria non possa cambiare nulla perché tutto è già stato corrotto. Eppure, proprio in quell’apparente immobilità, può covare la sorpresa: il figlio di questa terra che torna per riscattarla. Certo, non basta un nome né una biografia per invertire il destino della regione più povera d’Europa. Sanità devastata, lavoro assente, giovani che partono come esuli. Ma la politica è l’arte del possibile, non del sogno. Eppure senza sognare non si governa. Tridico sembra promettere non miracoli, ma un cambio di rotta: la rottura con la continuità clientelare, la voglia di misurarsi con la concretezza dei problemi. Ecco allora Tridico, che si presenta non come il salvatore, ma come l’uomo che forse può provarci. Non cambierà la Calabria con i miracoli, perché i miracoli non spettano ai politici ma ai santi. Potrà però darle un governo meno indecente, e già questo, dalle parti dello Stretto, sarebbe una rivoluzione. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 7 settembre 2025 #pasqualetridico #calabria #editoriale #reggiocalabria #politica ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara Pasquale Tridico e la Calabria, l’occasione che non si può più sprecare L'Editoriale di Luigi Palamara INTERVENTO DI PASQUALE TRIDICO In un bar di Reggio Calabria, davanti a un caffè che sa di mare e di malinconia, è andata in scena una delle poche liturgie rimaste alla politica: l’incontro con la gente. Non c’erano i velluti dei palazzi né le regie televisive, ma l’essenziale: un uomo, Pasquale Tridico, e la sua parola. Perché la politica – quella vera – si fa così, con la nudità della voce, con la fatica del corpo che si espone, con il rischio di guardare la gente negli occhi. E gli occhi, in Calabria, non mentono. Sono occhi stanchi, affaticati, che portano sulle pupille secoli di miseria e di promesse tradite. In quegli sguardi c’è tutta la diffidenza di una terra abituata a sopravvivere ai suoi padroni. Ma c’è anche la speranza, che come l’edera si aggrappa anche al muro più screpolato. Tridico, uomo del Sud e non importato dai salotti romani, sembra offrirsi come antidoto a quella malattia crudele: la rassegnazione, la convinzione che in Calabria non possa cambiare nulla perché tutto è già stato corrotto. Eppure, proprio in quell’apparente immobilità, può covare la sorpresa: il figlio di questa terra che torna per riscattarla. Certo, non basta un nome né una biografia per invertire il destino della regione più povera d’Europa. Sanità devastata, lavoro assente, giovani che partono come esuli. Ma la politica è l’arte del possibile, non del sogno. Eppure senza sognare non si governa. Tridico sembra promettere non miracoli, ma un cambio di rotta: la rottura con la continuità clientelare, la voglia di misurarsi con la concretezza dei problemi. Ecco allora Tridico, che si presenta non come il salvatore, ma come l’uomo che forse può provarci. Non cambierà la Calabria con i miracoli, perché i miracoli non spettano ai politici ma ai santi. Potrà però darle un governo meno indecente, e già questo, dalle parti dello Stretto, sarebbe una rivoluzione. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 7 settembre 2025 #pasqualetridico #calabria #editoriale #reggiocalabria #politica ♬ suono originale - Luigi Palamara
@luigi.palamara Incontro Culturale a Reggio Calabria con il Candidato Presidente alla Regione Calabria Pasquale Tridico. Cultura, Sanità, Reddito di Dignità, Credibilità, appello ad andare a votare. Reggio Calabria 7 settembre 2025 #pasqualetridico #reggiocalabria #calabria #intervista #luigipalamara ♬ suono originale - Luigi Palamara
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