Reggio cambia. Voi restate nel fango.

Reggio cambia. Voi restate nel fango.
L'Editoriale di Luigi Palamara


Fare politica non è contare i topi che ti passano tra i piedi. Non è fotografare la buca nell’asfalto come fosse una reliquia. Non è gridare “tutto va male” perché ti piace vivere nel fango e nel lamento. Fare politica è avere il coraggio di sporcarsi le mani, sì, ma per costruire. Per trovare una soluzione, non per affondare ancora di più nella melma.

E invece vedo gente che si nutre della spazzatura che denuncia. La cercano, la fiutano come i cani. Non vedono altro, non parlano d’altro. Non perché amino la città, ma perché hanno bisogno di un palco da cui urlare il loro rancore. Sono miserabili, e la loro notorietà è miseria.

La politica non è questo. Non è un altoparlante per sfoghi personali. La politica è un’arte difficile, dura, spesso ingrata. Ma è un’arte che nobilita chi la fa con onestà: significa trasformare la rabbia in progetti, la critica in soluzioni, il dolore in forza collettiva.

Reggio Calabria non è più la città di qualche anno fa. È cambiata, e lo si vede. Non importa chi debba riceverne il merito o il demerito: l’evidenza è sotto gli occhi. Ma chi preferisce insultare, chi si ostina a descriverla come un inferno, non merita di viverla. Perché chi disprezza la propria casa, chi la calpesta e la oltraggia, finisce per assomigliare a ciò che dice di combattere. Diventa un topo tra i topi.

E allora sì, se sei questo – se ti piace vivere tra immondizia, buche e lamenti – quello sei: spazzatura nella spazzatura. Perché non ami la tua città. E chi non ama, non costruisce. Distrugge.

Ma agli altri, a chi invece la ama davvero, dico: alzatevi. Non lasciate che i topi facciano la storia al posto vostro. La città non ha bisogno di profeti del disastro, ha bisogno di uomini e donne che sappiano guardare oltre le macerie. Che credano nel cambiamento e lo guidino. Perché il futuro non si costruisce con le urla e i selfie. Si costruisce con la tenacia, la dignità, il coraggio.

E se non avete questo, allora lasciate perdere la politica. Perché la politica – quella vera – è amore. Sempre.

Luigi Palamara
Tutti i diritti riservati
Reggio Calabria 27 settembre 2025

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Commenti

  1. Tutto vero. Se i cittadini collaborassero invece di urlare il lamento anche gli amministratori sarebbe portati a rivedere il loro modo di governare la città. Il lamento non li sfiora perché sanno che è lo sport da bar preferito che non produce danni tanto passato lo sfogo tornano ad osannare.

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