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Sanità, malata terminale

Sanità, malata terminale.
L'Editoriale di Luigi Palamara


Raccontiamo di un’Italia che si ammala due volte: la prima per la malattia vera, la seconda perché è nata dalla parte sbagliata del Po o dello Stretto. Stesso tumore, stessa terapia, stessi diritti sulla carta. Ma se vivi a Milano hai un percorso, se vivi a Reggio Calabria un altro. Non per colpa tua, non per sfortuna clinica. Solo per un caso anagrafico.

Eppure il 1978 aveva promesso altro. La legge 833 inventò il Servizio Sanitario Nazionale: un unico corpo, un’unica anima, un diritto uguale per tutti, da Bolzano a Palermo. Poi, nel 2001, il Titolo V della Costituzione fece a pezzi quell’idea. La sanità divenne “materia concorrente”: lo Stato fissa i principi, le Regioni fanno come credono. Risultato: venti modelli diversi, venti Italie diverse, venti sanità diverse.

E qui nasce la follia. Il Fondo Sanitario Nazionale distribuisce ogni anno 128 miliardi. Una cifra che basterebbe a far funzionare qualsiasi sistema serio. Ma ognuno spende come vuole. Così un ticket costa il 30% in più o in meno a seconda di dove metti residenza. Così il Veneto ha le ricette online e altrove si resta appesi al telefono. Così nel Lazio ci sono il doppio dei medici di famiglia che in Calabria. Una geografia del diritto capovolta: uguali davanti alla Costituzione, diseguali davanti allo sportello dell’ASL.

E allora non giriamoci intorno: la sanità italiana è al collasso. Non è più un diritto, ma un affare. Non è più salute, ma business. Gli ospedali pubblici arrancano, le cliniche private prosperano. E quando la malattia diventa mercato, il paziente diventa cliente.

Dobbiamo pur dircelo:Abbiamo scambiato l’uniformità per l’efficienza e ci siamo ritrovati con né l’una né l’altra.
È una guerra sporca, e la stiamo perdendo senza nemmeno combatterla.

O si torna a un sistema unico nazionale – con una regia vera, centrale, autorevole – o tutto sarà perduto. Perché un Paese che non sa garantire la stessa cura a tutti i suoi cittadini, non è più una Repubblica. È un condominio litigioso, dove chi paga di più si cura e chi paga di meno aspetta.

La salute non è un favore, né un lusso. È la linea di confine tra civiltà e barbarie. E noi, in silenzio, la stiamo già oltrepassando.

Luigi Palamara Tutti I diritti riservati Reggio Calabria 8 settembre 2025

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