E poi parlano di pace
L'Editoriale di Luigi Palamara
Oramai la pace si fa con la guerra. La parola pace è diventata una menzogna, una maschera di ferro indossata da chi stringe la mano con un sorriso e, subito dopo, preme un pulsante che cancella una città. Non servono più gli eserciti schierati, le bandiere issate, gli inni nazionali. Oggi la guerra è invisibile, ma feroce. Non si combatte più sui campi di battaglia: si combatte nei villaggi, nei corridoi di un ospedale, tra le macerie di una scuola. E a morire non sono i soldati, ma i bambini. Le madri. Gli anziani.
È un orrore mai visto, eppure visto ogni giorno. E c’è chi, nei palazzi del potere, osserva tutto questo con la freddezza di un contabile che fa tornare i conti. Si ridono addosso, questi governanti, credendosi immuni dal giudizio. Ma nessun uomo sfugge alla storia. E, per chi crede, nessuno sfugge a Dio.
Non si può massacrare e restare puri. Non si può bruciare la carne di un popolo e pretendere la redenzione. Eppure eccoci qui, nel secolo delle tecnologie e dell’intelligenza artificiale, incapaci di quella che un tempo si chiamava coscienza.
Siamo l’unica specie su questo pianeta che uccide non per fame, non per sopravvivenza, ma per avidità e superbia. Uccidiamo per una linea tracciata su una mappa, per un pozzo di petrolio, per un dio che pretendiamo di avere in esclusiva. Ci proclamiamo civili, ma la civiltà – quella vera – è rimasta sepolta sotto le macerie di Mariupol, di Gaza, di Aleppo, di troppe città senza nome.
E poi parlano di pace. Ne parlano come di un affare da diplomatici, con le stesse parole vuote con cui si firma un contratto. Ma la pace non è un documento. È una rivoluzione interiore. E quella non la fanno né i generali né i presidenti.
Per fortuna, non possono imprigionare il pensiero. Non ancora. Ma la storia, che dovrebbe insegnarci qualcosa, continua a scorrere come un fiume di sangue. E noi, più ciechi di ieri, ci illudiamo di andare avanti, mentre precipitiamo all’indietro, verso la barbarie.
E poi, con l’ipocrisia di sempre, parlano di pace.
Luigi Palamara
Tutti i diritti riservati
Reggio Calabria 15 ottobre 2025
Immagine:
Aspromonte
Dipinto di Luigi Palamara
Dimensioni: 30x40
Tecnica: Acrilico su tela
#pace #guerra #editoriale #luigipalamara
Commenti
Posta un commento
LASCIA IL TUO COMMENTO. La tua opinione è importante.