Il sorriso dell’imbecille

Il sorriso dell’imbecille

L'Editoriale di Luigi Palamara


Esiste un male sottile, più infido di una bestemmia e più vigliacco di uno schiaffo dato alle spalle: è il sarcasmo travestito da faccina. Quell’occhietto ammiccante o quel sorrisino digitale che qualcuno lancia come un proiettile, convinto che l’ironia basti a mascherare la meschinità.

No, non basta. Perché dietro ogni faccina sarcastica si cela una piccola offesa, un atto di codardia morale. E quando l’offesa è personale, non evapora come una nuvola d’estate. Resta. Si incista nella memoria come una scheggia. E lì, col tempo, diventa rabbia, delusione, amarezza.

Ma la vita — che non ha bisogno di tribunali per fare giustizia — ha un suo modo silenzioso di pareggiare i conti. Lo chiamano karma, destino, o semplicemente “lezione”. Arriva sempre, anche tardi, e quando arriva non chiede permesso.
E allora quel sorriso irriverente, quello stesso ghigno che un giorno hai usato per deridere, ti rimarrà stampato addosso come un marchio.

Perché vedi, la stupidità non si cancella con una scusa né si lava con il tempo: si porta in faccia. È un’eredità genetica di chi crede che ferire sia sinonimo di forza.

La verità è che gli esseri inutili esistono — sì, esistono davvero — e servono a qualcosa: a ricordarci che la vita è altrove. Che la dignità non si misura in like, né in sarcasmi da tastiera, ma nel silenzio con cui si risponde agli idioti.

E in quell’istante, quando scegli di non rispondere, hai già vinto. Perché l’unico vero fallito è chi ride mentre crede di ferire.

Luigi Palamara
Tutti i diritti riservati
Reggio Calabria 22 ottobre 2025

#sarcasmo
#stupidità
#editoriale #luigipalamara

Commenti