Io giornalista, la mia terra, la mia battaglia

Io giornalista, la mia terra, la mia battaglia
Editoriale di Luigi Palamara


C’è chi crede che fare giornalismo significhi stare dietro una scrivania, allineare parole come soldatini, e aspettare che il mondo cambi da sé. Io, invece, ho sempre pensato che il giornalismo sia una trincea. Sporca, faticosa, ingrata. Ma necessaria.
E in questa trincea ci sono da anni, con la penna in una mano e la schiena dritta nell’altra.

Questa campagna elettorale l’ho seguita come si segue una lunga maratona: con gli occhi aperti, la mente lucida, e la certezza che la verità non si serve tiepida. Editoriali, articoli, interviste, video: un lavoro che non si misura solo in numeri — sebbene i numeri parlino chiaro, milioni di lettori, milioni di visualizzazioni — ma in coscienza.

Perché ogni parola scritta su questa terra è un atto di coraggio.
Una terra difficile, dove raccontare ciò che accade è spesso più pericoloso che conveniente.
Le offese non si contano più, le minacce nemmeno. Qualcuno finirà davanti a un giudice, com’è giusto che sia. Ma non è la vendetta che mi muove: è la dignità.

Eppure, in mezzo a tanto fango, non ho mai perso la lucidità.
La rabbia, quella sì, mi attraversa — come è giusto che sia quando ami davvero un luogo e la sua gente — ma non mi acceca. Perché chi scrive deve sempre guardare oltre la propria pelle, oltre il rumore.

Vado avanti senza padroni e senza padrini.
Non devo compiacere nessuno, se non quella moltitudine silenziosa che ogni giorno mi legge, mi scrive, mi ferma per strada. Gente che non ha bisogno di titoli né di palchi per capire da che parte sta la verità.

È a loro che devo tutto.
A chi mi stringe la mano con rispetto, a chi trova nelle mie parole la voce che non ha, a chi resiste come me.
Questa, più di qualunque statistica o applauso, è la mia più grande gratificazione.

Grazie.
Non per avermi seguito — ma per avermi creduto.

Luigi Palamara
Tutti i diritti riservati
Reggio Calabria 7 ottobre 2025

Nelle immagini uno dei miei editoriali è  stato letto da 251mila persone in meno di 12 ore. Grazie

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