La Calabria, il potere e la verità che non si vuole vedere.
I possibili scenari.
L'Editoriale di Luigi Palamara
Esiste un rito che in Italia si ripete con la puntualità dei terremoti e la rassegnazione dei superstiti: quello del politico che giura onestà mentre la procura gli bussa alla porta.
È accaduto a Roma, a Milano, in Sicilia, e ora tocca di nuovo alla Calabria, terra antica e stanca dove l’indignazione è diventata una liturgia senza fede.
Il Presidente appena rieletto – non importa il nome, importa il simbolo – riceve la notizia della chiusura delle indagini per corruzione proprio quando i manifesti con la sua faccia non sono ancora del tutto scoloriti dai muri. Un tempismo da tragedia greca: l’eroe che viene incoronato mentre il coro già mormora la colpa.
E qui si apre la solita rappresentazione italiana, dove il copione è più prevedibile di una telenovela sudamericana.
GLI SCENARI POSSIBILI.
1. Se verrà archiviato, si presenterà come un martire della giustizia politicizzata, il Davide che ha sconfitto il Golia delle toghe.
2. Se verrà rinviato a giudizio, invocherà la “presunzione d’innocenza” con l’aria di chi cita un passo del Vangelo.
3. E se finirà agli arresti domiciliari, sarà pronto a governare dal salotto, con lo smartphone in mano e la coscienza in ferie.
Ma la vera tragedia non è lui.
È noi.
Noi che accettiamo questo teatro come fosse normale amministrazione.
Noi che applaudiamo l’uomo forte finché ci promette di “far pulizia”, salvo poi difenderlo quando è lui a sporcarsi le mani.
Noi che abbiamo fatto della corruzione una forma di colore locale, una spezia da aggiungere al minestrone della sopravvivenza.
“Gli italiani non sono mai stati un popolo, ma una collezione di furbi in fila per fregarsi a vicenda”.
“Ma almeno abbiate il coraggio di vergognarvi”.
Perché la vergogna è l’unica forza che può redimere una democrazia quando la legge vacilla.
Perché la verità, in questa Italia che non sa più arrossire, non è mai urgente. È solo fastidiosa.
Come una zanzara in una stanza dove nessuno ha il coraggio di accendere la luce.
Luigi Palamara
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Reggio Calabria 10 ottobre 2025
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