Le bolle di sapone della politica: Toscano parla, Tridico lavora
L'Editoriale di Luigi Palamara
Eccolo, il teatrino della politica italiana, sempre pronto a rialzare il sipario anche quando il pubblico se n’è andato da un pezzo. Una Calabria che arranca, una Bruxelles che richiama, un Toscano che sbraita e un Tridico che parte: ingredienti perfetti per l’ennesimo dramma minore in tre atti, condito di risentimento, invidia e parole grosse come palloni aerostatici.
Ora, a leggere certe dichiarazioni — intrise di veleno e vanità — parrebbe di assistere non alla cronaca di una vicenda politica, ma a un’operetta morale sul tema eterno del “chi resta” e “chi parte”. Tridico, colpevole d’essere chiamato in Europa (e dunque sospettato di tradimento), viene additato come l’uomo del “Sistema”. Il Sistema! Quell’entità nebulosa che serve sempre a spiegare ciò che la realtà, con la sua prosa secca, non spiega più: la mancanza di consenso, di visione e, soprattutto, di risultati.
Perché, diciamolo senza giri di parole: la politica nostrana è diventata un ring di gladiatori senza pubblico. Si menano, si accusano di vendersi, si ergono a paladini del popolo, ma di popolo, a guardar bene, non c’è più traccia. Toscano, brillante con le parole, sì, ma parole che evaporano come bolle di sapone, ha ragione a dire che “resterà nel Paese reale”. Solo che il Paese reale, caro Toscano, non ti ascolta. È stanco. Distratto. Disilluso.
E Tridico? Fa bene a tornare a Bruxelles, dove almeno la retorica lascia spazio alle scartoffie e agli emendamenti, che sono noiosi ma concreti. L’Europa non ama i monologhi: lì si parla poco e si scrive tanto. Ed è forse questa la più grande colpa di Tridico agli occhi dei nostri tribuni senza platea — quella di preferire la fatica silenziosa al clamore inconcludente.
La verità è che la politica italiana oggi non è più lotta per un’idea, ma concorso di vanità. Chi non ha consenso pretende di dare lezioni, chi ce l’ha lo spende in passerelle, e chi lavora viene accusato di complotto.
In fondo, non resta che ridere — amaramente, certo — di questo eterno copione. Un Paese dove i mediocri criticano i competenti, dove chi parte è un traditore e chi resta un eroe incompreso.
E allora sì: Tridico torni pure a Bruxelles. Toscano resti pure a gridare contro il vento. La Calabria, intanto, aspetta ancora qualcuno che, più che parlare, cominci davvero a fare.
Luigi Palamara
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Reggio Calabria 26 ottobre 2025
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