L’onore silenzioso di un cappellino

L’onore silenzioso di un cappellino
di Luigi Palamara


Reggio Calabria 3 ottobre 2025. A Piazza De Nava, si è vissuto un momento che ha spezzato il ritmo consueto del convenzionale. Un gesto semplice, quasi domestico, ma denso di significato. Franco Parrucci ha donato un cappellino a Roberto Vannacci, europarlamentare e già generale dell’esercito italiano, paracadutista della Folgore.

Non è stato un dono qualsiasi. È il segno tangibile di un’appartenenza. Quel cappellino, emblema della sezione dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, non rappresenta soltanto un gruppo o un reparto. È la memoria viva di due divisioni – la Folgore e la Nembo – che nella storia d’Italia hanno incarnato il sacrificio, la disciplina, l’orgoglio di un dovere silenzioso.

In quel momento, il cappellino non è stato un oggetto ma un simbolo. Il simbolo di una fraternità che sopravvive al tempo, che lega chi ha saltato da un aereo nel vuoto con chi, oggi, porta ancora nel cuore quella stessa emozione.

In quel gesto si è raccolta “la dignità dei silenzi”, il sentimento di una patria che non ha bisogno di proclami ma di gesti. È stato l’atto attraverso cui una comunità si riconosce e si rinnova, un piccolo rito collettivo capace di ricreare il senso del noi.

In un’epoca che dimentica con troppa facilità, quel cappellino è diventato un segno di continuità. Ricorda che ci sono valori che non si sfilano mai, nemmeno quando si posa l’uniforme: l’onore, la lealtà, la memoria dei compagni.

E forse, in quella piazza, tra il brusio e i saluti, qualcuno ha compreso che l’Italia vive anche di questi istanti: di piccoli gesti che raccontano, senza bisogno di parole, la nobiltà di servire.

Luigi Palamara
Tutti i diritti riservati
Reggio Calabria 4 ottobre 2025

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@luigi.palamara L’onore silenzioso di un cappellino di Luigi Palamara Reggio Calabria 3 ottobre 2025. A Piazza De Nava, si è vissuto un momento che ha spezzato il ritmo consueto del convenzionale. Un gesto semplice, quasi domestico, ma denso di significato. Franco Parrucci ha donato un cappellino a Roberto Vannacci, europarlamentare e già generale dell’esercito italiano, paracadutista della Folgore. Non è stato un dono qualsiasi. È il segno tangibile di un’appartenenza. Quel cappellino, emblema della sezione dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, non rappresenta soltanto un gruppo o un reparto. È la memoria viva di due divisioni – la Folgore e la Nembo – che nella storia d’Italia hanno incarnato il sacrificio, la disciplina, l’orgoglio di un dovere silenzioso. In quel momento, il cappellino non è stato un oggetto ma un simbolo. Il simbolo di una fraternità che sopravvive al tempo, che lega chi ha saltato da un aereo nel vuoto con chi, oggi, porta ancora nel cuore quella stessa emozione. In quel gesto si è raccolta “la dignità dei silenzi”, il sentimento di una patria che non ha bisogno di proclami ma di gesti. È stato l’atto attraverso cui una comunità si riconosce e si rinnova, un piccolo rito collettivo capace di ricreare il senso del noi. In un’epoca che dimentica con troppa facilità, quel cappellino è diventato un segno di continuità. Ricorda che ci sono valori che non si sfilano mai, nemmeno quando si posa l’uniforme: l’onore, la lealtà, la memoria dei compagni. E forse, in quella piazza, tra il brusio e i saluti, qualcuno ha compreso che l’Italia vive anche di questi istanti: di piccoli gesti che raccontano, senza bisogno di parole, la nobiltà di servire. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 4 ottobre 2025 #francoparrucci #paracadutisti #folgore #nembo #robertovannacci ♬ original sound - David

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