Occhiuto vince in Calabria. E allora? E adesso?
L’Editoriale di Luigi Palamara
Adesso, niente. Le piazze restano mute, i bar deserti al mattino, i vecchi guardano il mare senza risposte. Cambiano i nomi, ma non il destino di questa terra.
Occhiuto ha vinto. E allora? Nei palazzi si contano poltrone, si distribuiscono assessorati, si ricompongono staff. Fuori, i paesi si svuotano, le botteghe chiudono, i giovani partono senza voltarsi.
La sanità è un incubo. Ospedali al collasso, guardie mediche chiuse, liste d’attesa infinite. Chi può fugge altrove, chi resta vive con la paura di ammalarsi. La malattia, qui, è diventata un lusso.
Il lavoro non è per chi produce, ma per chi vive all’ombra della politica. Corridoi pieni di parassiti che si nutrono del vuoto, mentre la gente vera sopravvive o emigra.
Eppure si parla di una “Calabria Straordinaria”. Straordinaria, sì: per la sua capacità di resistere al dolore, per i borghi che cadono e non crollano del tutto, per le madri che salutano i figli in stazione, per gli occhi dei vecchi che restano soli in piazza.
La Procura indaga. Un verdetto arriverà: assolto o colpevole. Ma poco cambierà, perché qui la giustizia è fragile come la speranza.
Questa campagna elettorale è stata la più squallida: bugie spudorate, nessuna vergogna. Un popolo che non fischia più, che tace. E quando il popolo tace, la democrazia muore senza rumore.
Occhiuto continuerà. Continuerà come prima, più di prima. La chiamano continuità, ma è logorio: è la distruzione lenta di una terra che non riesce a rinascere.
La Calabria non è un bottino. È una madre stanca che perde i suoi figli. È un vecchio che guarda la strada vuota. È una ragazza che prende un treno e non torna.
Ed è anche un seme nascosto, che resiste nel silenzio. Forse un giorno germoglierà. Forse un giorno questa terra tradita troverà la forza di rialzarsi.
Luigi Palamara
Reggio Calabria, 1 ottobre 2025
Ooooppssss 8 ottobre 2025
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