PIER LUIGI BERSANI. Il dosaggio del veleno
L'Editoriale di Luigi Palamara
Una differenza sottile, quasi impercettibile, distingue il veleno e la medicina. La fa il dosaggio.
E Pier Luigi Bersani, nella sua parlata da contadino che non ha mai tradito la terra, ha messo il dito — e pure l’unghia — su questa ferita che l’Italia finge di non vedere.
Giorgia Meloni, dice Bersani, non è Trump. Non è Orban. Non ancora. Ma la ricetta è quella, solo con meno pepe. E il problema, ahimè, non è la quantità. È la qualità dell’ingrediente.
Perché quando si comincia a concentrare il potere nell’esecutivo, a guardare con sospetto la scienza, a invocare Dio da un palco politico come fosse un alleato di partito, allora la democrazia comincia a perdere il suo odore — e prende quello della sacrestia mescolato all’olio di ricino.
La chiamano “nuova destra”. Ma di nuovo non ha nulla, se non la tecnologia per amplificare il rancore. È vecchia come il potere, come l’uomo che per sentirsi forte ha bisogno di un nemico da umiliare.
E Bersani lo ha detto chiaro: l’umiliazione è la cifra del tempo. Trump che diffonde escrementi, Meloni che sbeffeggia chi scende in piazza per Gaza. Cambiano i linguaggi, non la sostanza. Il disprezzo è la nuova bandiera del comando.
Una volta anche i governi peggiori cercavano almeno la parvenza di un Paese unito. Fingevano, ma fingevano bene. Oggi invece si governa con la miccia accesa, col fiammifero tra i denti e la folla come combustibile.
Il potere non costruisce più consenso: lo incendia.
E qui non c’è solo un errore politico. C’è una colpa morale.
Perché quando un premier deride chi manifesta, quando un ministro si fa beffe della ragione scientifica, quando il nome di Dio viene usato per dividere, allora la democrazia non è soltanto incrinata: è profanata.
E l’Italia, che ha già conosciuto il fascino del capo e il conforto dell’altare, farebbe bene a ricordarlo.
Gli osservatori minimizzano, come sempre. Dicono: “Ma dai, è solo retorica.”
Già. Anche le tempeste, all’inizio, sono solo vento. Poi arriva il tuono, e chi non ha capito muore bagnato.
Il dosaggio, signori, può cambiare.
E quando cambierà, sarà troppo tardi per chiedere dove fosse il veleno.
Era già dentro di noi — e ci piaceva pure il sapore.
Luigi Palamara
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Reggio Calabria 23 ottobre 2025
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