“Se diventerebbe Sindaco”
di un fantasma che ha letto troppo, sognato, e riso con il cuore
La Satira di Carta Straccia. Tutti i diritti riservati
A Reggio Calabria non piove solo dal cielo, ma anche dai congiuntivi. È caduto un temporale grammaticale in diretta televisiva, e il fulmine ha colpito dritto sulla testa dell’aspirante primo cittadino Eduardo Lamberti Castronuovo, sedicente uomo di cultura, sedicente candidato sindaco, sedicente tutto, a voler essere generosi. Sedicente, sedicente, sedicente. Forse ha confuso la grammatica con l’omeopatia: più “sedicente” metti, più il contenuto si diluisce.
Lui, in televisione — sua televisione, beninteso, perché da noi l’editore, il conduttore e il candidato sono spesso la stessa persona con tre giacche diverse — se ne esce con un congiuntivo che neanche in una barzelletta su Cetto La Qualunque:
"E se diventerebbe sindaco?" E "SE BASTEREBBE" CONSIGLIERE DI MONORANZA?
Già ci immaginiamo le scuole chiuse, le librerie trasformate in friggitorie, i dizionari messi all’indice e bruciati in piazza. Il congiuntivo, povero Cristo, si è impiccato con la corda dei suoi stessi ausiliari.
L’Italia intera si indigna. O finge di farlo. Ma come? Un uomo di cultura che inciampa su un congiuntivo? Eppure siamo un popolo che vota politici che non sanno coniugare neanche la parola "verbo", figuriamoci un congiuntivo ipotetico dell’irrealtà.
E la domanda, quella vera, dovrebbe essere: “Ma davvero ci stupiamo ancora?”
Se uno che possiede una televisione può candidarsi a sindaco senza sapere coniugare un congiuntivo, forse il problema non è il congiuntivo.
Forse siamo noi che ci siamo abituati. O peggio: rassegnati.
In un Paese dove "vaffa" è stato programma politico, e "uno vale uno" è diventato l’alibi per l’incompetenza, il povero congiuntivo è diventato un lusso da intellettuali fuori moda. Roba da Lino Banfi col monocolo che in due diventa binocolo, Massimo Troisi che ti spara in faccia la verità, o Benigni che la butta sul Dante, perché almeno quello la grammatica la sapeva.
Ora, immaginiamo per un attimo questo futuro distopico:
“Sindaco Lamberti Castronuovo” che si insedia al Comune e annuncia:
> “Se voi sareste così gentili da pagare le tasse, noi si farebbe tutto nuovo.”
A quel punto, personalmente, "SE BASTEREBBE", io non cambierei città. No. Io cambierei nazione, grammatica, pianeta.
Mi farei esiliare da Dante in persona. “Lasciate ogni speranza o voi che parlate”.
Il congiuntivo non è solo grammatica. È una questione morale.
È il dubbio, è l’eleganza, è la capacità di immaginare che qualcosa possa non essere.
E se lo perdiamo anche lì…
Allora sì, diventeremmo un Paese dove tutto è possibile.
Anche che “diventerebbe” sindaco.
"SE BASTEREBBE" QUESTO A RENDERCI PIÙ COLTI E UMILI ... PEDDAVERU. UNA BUONA VOLTA PER TUTTE
@luigi.palamara “Se diventerebbe Sindaco” di un fantasma che ha letto troppo, sognato, e riso con il cuore La Satira di Carta Straccia. Tutti i diritti riservati A Reggio Calabria non piove solo dal cielo, ma anche dai congiuntivi. È caduto un temporale grammaticale in diretta televisiva, e il fulmine ha colpito dritto sulla testa dell’aspirante primo cittadino Eduardo Lamberti Castronuovo, sedicente uomo di cultura, sedicente candidato sindaco, sedicente tutto, a voler essere generosi. Sedicente, sedicente, sedicente. Forse ha confuso la grammatica con l’omeopatia: più “sedicente” metti, più il contenuto si diluisce. Lui, in televisione — sua televisione, beninteso, perché da noi l’editore, il conduttore e il candidato sono spesso la stessa persona con tre giacche diverse — se ne esce con un congiuntivo che neanche in una barzelletta su Cetto La Qualunque: "E se diventerebbe sindaco?" E "SE BASTEREBBE" CONSIGLIERE DI MONORANZA? Già ci immaginiamo le scuole chiuse, le librerie trasformate in friggitorie, i dizionari messi all’indice e bruciati in piazza. Il congiuntivo, povero Cristo, si è impiccato con la corda dei suoi stessi ausiliari. L’Italia intera si indigna. O finge di farlo. Ma come? Un uomo di cultura che inciampa su un congiuntivo? Eppure siamo un popolo che vota politici che non sanno coniugare neanche la parola "verbo", figuriamoci un congiuntivo ipotetico dell’irrealtà. E la domanda, quella vera, dovrebbe essere: “Ma davvero ci stupiamo ancora?” Se uno che possiede una televisione può candidarsi a sindaco senza sapere coniugare un congiuntivo, forse il problema non è il congiuntivo. Forse siamo noi che ci siamo abituati. O peggio: rassegnati. In un Paese dove "vaffa" è stato programma politico, e "uno vale uno" è diventato l’alibi per l’incompetenza, il povero congiuntivo è diventato un lusso da intellettuali fuori moda. Roba da Lino Banfi col monocolo che in due diventa binocolo, Massimo Troisi che ti spara in faccia la verità, o Benigni che la butta sul Dante, perché almeno quello la grammatica la sapeva. Ora, immaginiamo per un attimo questo futuro distopico: “Sindaco Lamberti Castronuovo” che si insedia al Comune e annuncia: > “Se voi sareste così gentili da pagare le tasse, noi si farebbe tutto nuovo.” A quel punto, personalmente, "SE BASTEREBBE", io non cambierei città. No. Io cambierei nazione, grammatica, pianeta. Mi farei esiliare da Dante in persona. “Lasciate ogni speranza o voi che parlate”. Il congiuntivo non è solo grammatica. È una questione morale. È il dubbio, è l’eleganza, è la capacità di immaginare che qualcosa possa non essere. E se lo perdiamo anche lì… Allora sì, diventeremmo un Paese dove tutto è possibile. Anche che “diventerebbe” sindaco. "SE BASTEREBBE" QUESTO A RENDERCI PIÙ COLTI E UMILI ... PEDDAVERU. UNA BUONA VOLTA PER TUTTE #satira #cartastraccia #eduardolamberticastronuovo #cultura #grammatica #congiuntivo #sebasterebbe #cartastraccia #reggiocalabria #politica #luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal #lupa ♬ suono originale - Luigi Palamara
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