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Quando la persona è niente, l’offesa è zero

Quando la persona è niente, l’offesa è zero
L'Editoriale di Luigi Palamara


Ci sono uomini che urlano. Offendono. Minacciano. Credono che il mondo pieghi la testa davanti alla loro voce. Sono ridicoli. Il nulla non ferisce. Chi non ha sostanza non lascia cicatrici. Punto.

«Parlano, parlano… e l’Italia li ascolta come ascolta il vento tra le tegole». Ridicoli. Solo chi conta può offendere. Gli altri? Polvere. Fumo. Vuoto.

«Il vuoto che urla è un buffone, un malato di grandezza. Cercate di intimidirvi? Fatevi coraggio: è solo un fantasma che si agita. Non c’è ferita. Non c’è dolore. Solo aria sporca».

Chi offende senza valore è un’anima persa, uno spettro che cerca di esistere negando gli altri. La miseria diventa il loro boomerang. Colpiscono solo se stessi.

La regola definitiva: l’offesa è relazione. Senza persona non c’è relazione. Senza relazione non c’è dolore. Zero per qualsiasi numero resta zero. Punto.

Così, la prossima volta che qualcuno tenta di ferirvi con parole vuote, non abbassate lo sguardo. Sorridete. Scrollate via. Il nulla non punisce. Non conta. E chi cerca di farvi male dal vuoto… non merita nemmeno il vostro pensiero.

La frecciata finale: «Chi urla senza sostanza non lascia ferite, lascia solo il silenzio di chi sa ridere del nulla».

Luigi Palamara Tutti I diritti riservati Reggio Calabria 17 agosto 2025

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