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Caso contatori d'acqua edifici pubblici a Reggio Calabria. Quando il moralista inciampa sul podio: il Veronese e il teatro della legalità

Caso contatori d'acqua edifici pubblici a Reggio Calabria
Quando il moralista inciampa sul podio: il Veronese e il teatro della legalità

Editoriale di Luigi Palamara


C’è qualcosa di profondamente italiano – e al tempo stesso tragicamente provinciale – nella commedia andata in scena questa mattina in Commissione Controllo e Garanzia a Reggio Calabria. Un copione già visto, dove il protagonista, il professore Veronese, riesce a trasformare l’aula istituzionale in un palcoscenico di retorica e autosuggestione, mescolando diritto penale, indignazione morale e un pizzico di istrionismo da talk show.

Veronese, lo ricordiamo, è un docente di educazione fisica. Nulla contro la nobile disciplina, anzi. Ma il punto non è il titolo di studio: è la pretesa di impartire lezioni di diritto e legalità come fosse un togato della Cassazione o un procuratore della Repubblica. E lo fa con l’arroganza di chi si è convinto – o vuol convincere gli altri – di essere investito da una missione etica.

Peccato, però, che nel suo ardore moralizzatore dimentichi la prima regola del funzionario pubblico: i reati, veri o presunti, si denunciano nelle sedi opportune, non si agitano come clave mediatiche per colpire l’avversario politico. Quante denunce ha sporto in vita sua l’integerrimo professore? Sarebbe interessante saperlo.

E poi la perla: definire una “truffa” l’operato dell’intero Comune di Reggio Calabria. Testuali parole: “Truffa di oltre 30 milioni di euro fatta dal Comune di Reggio ai suoi cittadini. F.to Prof. Veronese Simone”.

Parole pesanti, che in un Paese serio avrebbero – a mio avviso, ma sarà un giudice a stabilirlo a seguito di querela – già scatenato una denuncia per diffamazione aggravata. E in questo senso pare, da nostra autorevole fonte, che il Comune di Reggio Calabria stia procedendo. Ma forse, in un impeto di coerenza, dovrebbe essere lo stesso Veronese ad autodenunciarsi. Chissà se lo farà.

La verità, come spesso accade in politica, è semplice: una denuncia ha creato rumore. Ma da lì a erigere un teatrino moralistico, con tanto di indignazione prefabbricata e proclami da giustiziere, il passo è stato brevissimo. Il risultato? Un’altra triste pagina di strumentalizzazione politica, con il pubblico costretto ad assistere in silenzio a una farsa già scritta.

Noi, da cittadini, restiamo in attesa. Non delle parole, ma dei fatti. Non dei proclami, ma della giustizia. Perché solo allora, e non prima, si potranno trarre conclusioni degne di questo nome.

Reggio Calabria, 26 giugno 2025

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@luigi.palamara Caso contatori d'acqua edifici pubblici a Reggio Calabria Quando il moralista inciampa sul podio: il Veronese e il teatro della legalità Editoriale di Luigi Palamara C’è qualcosa di profondamente italiano – e al tempo stesso tragicamente provinciale – nella commedia andata in scena questa mattina in Commissione Controllo e Garanzia a Reggio Calabria. Un copione già visto, dove il protagonista, il professore Veronese, riesce a trasformare l’aula istituzionale in un palcoscenico di retorica e autosuggestione, mescolando diritto penale, indignazione morale e un pizzico di istrionismo da talk show. Veronese, lo ricordiamo, è un docente di educazione fisica. Nulla contro la nobile disciplina, anzi. Ma il punto non è il titolo di studio: è la pretesa di impartire lezioni di diritto e legalità come fosse un togato della Cassazione o un procuratore della Repubblica. E lo fa con l’arroganza di chi si è convinto – o vuol convincere gli altri – di essere investito da una missione etica. Peccato, però, che nel suo ardore moralizzatore dimentichi la prima regola del funzionario pubblico: i reati, veri o presunti, si denunciano nelle sedi opportune, non si agitano come clave mediatiche per colpire l’avversario politico. Quante denunce ha sporto in vita sua l’integerrimo professore? Sarebbe interessante saperlo. E poi la perla: definire una “truffa” l’operato dell’intero Comune di Reggio Calabria. Testuali parole: “Truffa di oltre 30 milioni di euro fatta dal Comune di Reggio ai suoi cittadini. F.to Prof. Veronese Simone”. Parole pesanti, che in un Paese serio avrebbero – a mio avviso, ma sarà un giudice a stabilirlo a seguito di querela – già scatenato una denuncia per diffamazione aggravata. E in questo senso pare, da nostra autorevole fonte, che il Comune di Reggio Calabria stia procedendo. Ma forse, in un impeto di coerenza, dovrebbe essere lo stesso Veronese ad autodenunciarsi. Chissà se lo farà. La verità, come spesso accade in politica, è semplice: una denuncia ha creato rumore. Ma da lì a erigere un teatrino moralistico, con tanto di indignazione prefabbricata e proclami da giustiziere, il passo è stato brevissimo. Il risultato? Un’altra triste pagina di strumentalizzazione politica, con il pubblico costretto ad assistere in silenzio a una farsa già scritta. Noi, da cittadini, restiamo in attesa. Non delle parole, ma dei fatti. Non dei proclami, ma della giustizia. Perché solo allora, e non prima, si potranno trarre conclusioni degne di questo nome. Reggio Calabria, 26 giugno 2025 #diffamazione #simoneveronese #reggiocalabria #inchieste #politica #cronaca #contatoreacqua #serviziidrici #edificipubblici #paolobrunetti #francobarreca #giuseppefalcomatà #editoriale #luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal #lupa ♬ suono originale - Luigi Palamara

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