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Giustizia Fantascienza 2.9 per Roberto Occhiuto?

Giustizia Fantascienza 2.9

di Luigi Palamara


Le dichiarazioni del Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto e le nostre riflessioni

> “È soddisfatto del tempo? Ha chiarito tutto?”

“Sì, io sono molto soddisfatto, mi sento anche sollevato perché penso di aver chiarito ogni cosa. E quindi confido in una serena archiviazione. Mi fa piacere l’ufficialità, anche perché sono stato io a chiedere di essere interrogato.”

C'è una serenità strana, quasi calcolata, nelle parole del Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, all’uscita dalla Procura di Catanzaro. Quattro ore — “non proprio quattro, c’è stata anche la redazione del verbale” — che secondo il governatore sarebbero bastate a dissipare ogni ombra, chiarire ogni dubbio, risolvere ogni ambiguità.

Davvero?
Basta un interrogatorio, pur lungo e denso, per passare dalla soglia della sospettabilità alla piena archiviazione? È questa la nuova frontiera della giustizia italiana, versione “Fantascienza 2.9”?

> “Era un mio diritto chiedere, ma non era un loro dovere concedermi questa possibilità. Quindi...”

Ecco, già qui affiora il tono di chi si muove in un equilibrio sottile tra la fierezza dell’innocente e la prudenza del navigatore esperto. Occhiuto è uomo di potere, e i potenti imparano presto che, nel Paese delle mezze verità, anche le mezze parole contano.

> “Abbiamo rinunciato ai termini per le integrazioni. E sono molto contento, perché credo che per come si è svolto l’interrogatorio, mi abbia chiarito ogni aspetto.”

La rinuncia è un gesto forte, certo. Ma la convinzione che tutto sia stato “chiarito” in poche ore, e per giunta autocertificata, suscita almeno una domanda: chi ha deciso che era tutto così chiaro? Il diretto interessato?

In fondo, siamo nell’Italia delle archiviazioni lampo, delle conferenze stampa prima ancora dei rinvii a giudizio, delle sentenze anticipate nei talk show del giovedì sera. Un Paese in cui si dice “giustizia” ma si intende spesso “comunicazione”.

> “Confido in una velocissima archiviazione non solo nel mio interesse ma nell'interesse della Regione che deve essere amministrata con serenità.”

Certo, la Regione deve essere amministrata. Ma sarebbe forse più utile amministrarla con trasparenza, e senza il bisogno di mettere la parola fine prima che sia stato scritto l’inizio.

A destare ulteriore curiosità (e forse perplessità) è il colpo di teatro finale, che non viene da Occhiuto ma dal suo legale. Quando gli viene chiesto dei possibili ulteriori sviluppi dell’indagine, risponde con una battuta di quelle che, a voler essere maligni, puzzano di ostentazione:

> “Di filone conosciamo solo quello del pane.”

Ecco, è qui che l’ironia si fa boomerang. Perché tra ironia e arroganza, il passo è breve. E quando un’indagine della magistratura viene ridotta a metafora da forno, qualcosa stride. La sicurezza è un diritto, certo. Ma quando è troppa, rischia di sembrare altro. Rischia di sembrare impunità.

> “Sì, sono molto fiducioso. In verità non sono state quattro ore, perché c’è stata anche la redazione del verbale. Però, sia io che il mio legale, insomma, siamo molto soddisfatti, perché è stato un modo per chiarire ogni cosa.”

Soddisfatti. Sereni. Fiduciosi. Tutto torna. O almeno dovrebbe. Ma intanto resta la sensazione che il copione sia già stato scritto. Prima ancora che si apra il sipario.

E allora, nel dubbio, una domanda la poniamo noi:
chi ha fretta di archiviare? E perché?

Luigi Palamara Tutti I diritti riservati

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@luigi.palamara Giustizia Fantascienza 2.9 di Luigi Palamara > “È soddisfatto del tempo? Ha chiarito tutto?” “Sì, io sono molto soddisfatto, mi sento anche sollevato perché penso di aver chiarito ogni cosa. E quindi confido in una serena archiviazione. Mi fa piacere l’ufficialità, anche perché sono stato io a chiedere di essere interrogato.” C'è una serenità strana, quasi calcolata, nelle parole del Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, all’uscita dalla Procura di Catanzaro. Quattro ore — “non proprio quattro, c’è stata anche la redazione del verbale” — che secondo il governatore sarebbero bastate a dissipare ogni ombra, chiarire ogni dubbio, risolvere ogni ambiguità. Davvero? Basta un interrogatorio, pur lungo e denso, per passare dalla soglia della sospettabilità alla piena archiviazione? È questa la nuova frontiera della giustizia italiana, versione “Fantascienza 2.9”? > “Era un mio diritto chiedere, ma non era un loro dovere concedermi questa possibilità. Quindi...” Ecco, già qui affiora il tono di chi si muove in un equilibrio sottile tra la fierezza dell’innocente e la prudenza del navigatore esperto. Occhiuto è uomo di potere, e i potenti imparano presto che, nel Paese delle mezze verità, anche le mezze parole contano. > “Abbiamo rinunciato ai termini per le integrazioni. E sono molto contento, perché credo che per come si è svolto l’interrogatorio, mi abbia chiarito ogni aspetto.” La rinuncia è un gesto forte, certo. Ma la convinzione che tutto sia stato “chiarito” in poche ore, e per giunta autocertificata, suscita almeno una domanda: chi ha deciso che era tutto così chiaro? Il diretto interessato? In fondo, siamo nell’Italia delle archiviazioni lampo, delle conferenze stampa prima ancora dei rinvii a giudizio, delle sentenze anticipate nei talk show del giovedì sera. Un Paese in cui si dice “giustizia” ma si intende spesso “comunicazione”. > “Confido in una velocissima archiviazione non solo nel mio interesse ma nell'interesse della Regione che deve essere amministrata con serenità.” Certo, la Regione deve essere amministrata. Ma sarebbe forse più utile amministrarla con trasparenza, e senza il bisogno di mettere la parola fine prima che sia stato scritto l’inizio. A destare ulteriore curiosità (e forse perplessità) è il colpo di teatro finale, che non viene da Occhiuto ma dal suo legale. Quando gli viene chiesto dei possibili ulteriori sviluppi dell’indagine, risponde con una battuta di quelle che, a voler essere maligni, puzzano di ostentazione: > “Di filone conosciamo solo quello del pane.” Ecco, è qui che l’ironia si fa boomerang. Perché tra ironia e arroganza, il passo è breve. E quando un’indagine della magistratura viene ridotta a metafora da forno, qualcosa stride. La sicurezza è un diritto, certo. Ma quando è troppa, rischia di sembrare altro. Rischia di sembrare impunità. > “Sì, sono molto fiducioso. In verità non sono state quattro ore, perché c’è stata anche la redazione del verbale. Però, sia io che il mio legale, insomma, siamo molto soddisfatti, perché è stato un modo per chiarire ogni cosa.” Soddisfatti. Sereni. Fiduciosi. Tutto torna. O almeno dovrebbe. Ma intanto resta la sensazione che il copione sia già stato scritto. Prima ancora che si apra il sipario. E allora, nel dubbio, una domanda la poniamo noi: chi ha fretta di archiviare? E perché? Luigi Palamara Tutti I diritti riservati #robertoocchiuto #calabria #catanzaro #inchiesta #editoriale #luigipalamara ♬ suono originale - Luigi Palamara

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