Editors Choice

5/recent/post-list

Addio a Frank Caprio, il giudice buono

Addio a Frank Caprio, il giudice buono
L'Editoriale di Luigi Palamara


Arriva il momento in cui la morte di un uomo smette di essere un fatto privato e diventa una perdita collettiva. Accade quando quell’uomo, con la sua vita, ha incarnato qualcosa che riguarda tutti noi: un principio, un’idea, una speranza. Frank Caprio, il “giudice buono” che la televisione ci aveva consegnato come simbolo di giustizia mite, è stato questo: un uomo che ha insegnato a milioni di persone che la legge non è cieca, se accompagnata dall’umanità.

Un giudice che ricordava che dietro ogni imputato c’è un uomo, e che non si giudicano le carte, ma le vite”.
Va sottolineata la sua irriducibile fedeltà alla coscienza, quel coraggio ostinato nel mettere il cuore sopra la burocrazia, l’uomo sopra il codice.
Va guardato, con la sua malinconia lucida, a questa scomparsa come al segno di un tempo che perde i suoi interpreti più umani, mentre il mondo si incattivisce.

Caprio non era un santo né un ingenuo: era un magistrato che conosceva le pieghe della miseria, la durezza dell’errore, le trappole della legge. Ma la sua grandezza stava nel non dimenticare mai che la giustizia, se non si veste di pietà, resta soltanto un algoritmo senz’anima.

Il suo ultimo messaggio, “Ricordatevi di me”, non suona come la vanità di chi teme l’oblio. È, piuttosto, l’appello a non dimenticare un metodo, un esempio, un modo diverso di stare al mondo. In un’epoca in cui i tribunali spesso appaiono teatri freddi, dove la persona è ridotta a caso, Caprio ha mostrato che il diritto non è un muro ma un ponte.

Lo ricorderemo, dunque, non come un volto televisivo, ma come un maestro silenzioso: un uomo che ha restituito dignità all’idea stessa di giustizia, ricordandoci che giudicare è sempre un atto che riguarda, prima ancora della legge, la coscienza.

E allora, di Frank Caprio ci resterà questo: la lezione che un giudice non è grande per i codici che cita, ma per l’umanità che sa riconoscere. Il resto, le luci della televisione, i titoli sui giornali, passeranno come sempre. Ciò che rimane — e che conta — è la memoria di un uomo che non ha dimenticato mai di essere tale, anche indossando la toga.

Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 22 agosto 2025

#frankcaprio
#giudice
#editoriale #luigipalamara #palamaraluigi

@luigi.palamara Addio a Frank Caprio, il giudice buono L'Editoriale di Luigi Palamara Arriva il momento in cui la morte di un uomo smette di essere un fatto privato e diventa una perdita collettiva. Accade quando quell’uomo, con la sua vita, ha incarnato qualcosa che riguarda tutti noi: un principio, un’idea, una speranza. Frank Caprio, il “giudice buono” che la televisione ci aveva consegnato come simbolo di giustizia mite, è stato questo: un uomo che ha insegnato a milioni di persone che la legge non è cieca, se accompagnata dall’umanità. “Un giudice che ricordava che dietro ogni imputato c’è un uomo, e che non si giudicano le carte, ma le vite”. Va sottolineata la sua irriducibile fedeltà alla coscienza, quel coraggio ostinato nel mettere il cuore sopra la burocrazia, l’uomo sopra il codice. Va guardato, con la sua malinconia lucida, a questa scomparsa come al segno di un tempo che perde i suoi interpreti più umani, mentre il mondo si incattivisce. Caprio non era un santo né un ingenuo: era un magistrato che conosceva le pieghe della miseria, la durezza dell’errore, le trappole della legge. Ma la sua grandezza stava nel non dimenticare mai che la giustizia, se non si veste di pietà, resta soltanto un algoritmo senz’anima. Il suo ultimo messaggio, “Ricordatevi di me”, non suona come la vanità di chi teme l’oblio. È, piuttosto, l’appello a non dimenticare un metodo, un esempio, un modo diverso di stare al mondo. In un’epoca in cui i tribunali spesso appaiono teatri freddi, dove la persona è ridotta a caso, Caprio ha mostrato che il diritto non è un muro ma un ponte. Lo ricorderemo, dunque, non come un volto televisivo, ma come un maestro silenzioso: un uomo che ha restituito dignità all’idea stessa di giustizia, ricordandoci che giudicare è sempre un atto che riguarda, prima ancora della legge, la coscienza. E allora, di Frank Caprio ci resterà questo: la lezione che un giudice non è grande per i codici che cita, ma per l’umanità che sa riconoscere. Il resto, le luci della televisione, i titoli sui giornali, passeranno come sempre. Ciò che rimane — e che conta — è la memoria di un uomo che non ha dimenticato mai di essere tale, anche indossando la toga. Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 22 agosto 2025 #frankcaprio #giudice #editoriale #luigipalamara #palamaraluigi ♬ suono originale - Luigi Palamara

Posta un commento

0 Commenti