Il cognome non si tocca. Si rispetta e basta. Vergognatevi, vermi.

Il cognome non si tocca. Si rispetta e basta.
Vergognatevi, vermi.

Editoriale di Luigi Palamara

Deridere un cognome è un atto infame. Ma non basta dirlo. Va urlato. Va inciso col coltello nelle menti bacate che ridono di un nome come se fosse un rutto da bar.

È un gesto da verme, da cretino integrale, da fallito in cerca d’applausi. Sì, proprio tu, buffone da palcoscenico, che ti arrampichi sul nulla per strappare risate alle scimmie ammaestrate del tuo pubblico. Che credi di essere intelligente perché storpi un cognome. Non sei satira, non sei sarcasmo, non sei provocazione. Sei solo spazzatura con microfono.

Un cognome si porta sulla schiena come una croce. O come una medaglia. Ma mai come un fardello ridicolo. Dietro c’è un padre, una madre, i nonni, i bisnonni. C’è chi ha combattuto una guerra, chi è morto su un campo, chi ha lavato scale, chi ha perso figli. E tu ci ridi sopra? Tu lo deformi?

Chi cazzo credi di essere?

Sei il nulla con una battuta. L’ignoranza che cammina. L’analfabeta del rispetto. Il guitto senza talento. E la folla che ti applaude è ancora peggio di te: è la cloaca della dignità collettiva. Perché uno che offende è uno. Ma cento che ridono sono la fotografia di un Paese che ha perso il senso dell’onore.

Il cognome, imbecille, non è una parola a caso. È identità, storia, carne viva. È l’ultima cosa che resta quando perdi tutto. È inciso sulle tombe, è urlato nelle aule di tribunale, è sussurrato ai neonati. E tu lo deformi per quattro risate da social?

Vomito.

Vomito su di te, vomito su chi ti guarda, vomito su chi tace. Perché il silenzio è connivenza, e in certi casi è peggio della battuta. Il silenzio è l’applauso codardo dei pusillanimi.

Vi manca la spina dorsale, vi manca la cultura, vi manca la vergogna. Avete confuso libertà con abuso. Intelligenza con sfottò. Irreverenza con vigliaccheria. E vi sentite anche moderni.

No. Siete solo piccoli, insignificanti, vergognosi.

Chi gioca con i cognomi non è un provocatore. È uno stronzo.

E ogni volta che lo fa, la civiltà perde un altro dente.

Luigi Palamara Tutti I diritti riservati

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