Editors Choice

5/recent/post-list

Il paese che si spegne dentro. E l'ultimo chiuda la porta ...

Il paese che si spegne dentro.
E l'ultimo chiuda la porta ...

L'Editoriale di Luigi Palamara


I piccoli paesi non muoiono perché le pietre cadono o i tetti crollano. Muoiono perché dentro gli uomini si è spento il fuoco. Non hanno più l’orgoglio che li teneva ritti anche davanti alla miseria. Hanno smarrito la dignità di appartenere a un luogo che non è solo terra, ma radice.

Si preferisce ciò che viene da fuori, come se il vicino fosse sempre migliore del fratello. E allora i figli migliori – i più curiosi, i più inquieti, quelli che cercano respiro – vengono respinti, guardati con sospetto. Finiscono per partire. Restano i mediocri, i più duri non perché coraggiosi, ma perché incapaci di sopportare il talento altrui. I peggiori si impongono, e dominano col veleno dell’invidia.

Così i paesi si svuotano non solo di voci, ma di futuro. E quel che resta è una solitudine brutta, amara. Una caricatura di comunità. Una sopravvivenza senza senso.

Non era questa l’anima dei nostri luoghi, nati dal sudore e dal sacrificio, piegati dalla natura ostile eppure capaci di farne poesia. L’Aspromonte, che era ruvido e feroce, sapeva anche custodire il cuore. Oggi resta una scenografia senza attori, un teatro di memorie.

E i paesi, come gli uomini, non muoiono mai di colpo. Muoiono quando smettono di vergognarsi.

Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 16 agosto 2025

#luigipalamara #roccafortedelgreco #aspromonte #editoriale


Posta un commento

0 Commenti