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Nessuno tocchi le persone "perbene". L’onore dei giusti e il rumore dei mediocri

Nessuno tocchi le persone "perbene"
L’onore dei giusti e il rumore dei mediocri

Editoriale di Luigi Palamara


Giù le mani dalle persone perbene. Da chi si arroga il diritto di rappresentarle senza averne il mandato morale, da chi pretende di scegliere chi meriti tale titolo e chi no. Le persone perbene non gridano, non si impongono. Vivono con dignità, e nel silenzio della coerenza costruiscono ogni giorno ciò che altri demoliscono con l’arroganza.

Ma a Reggio Calabria si recita, ormai da troppo tempo, un teatro dell’assurdo.

Sul palcoscenico non salgono uomini di visione o di responsabilità, ma figuranti confusi, animati da tornaconti personali e travestiti da paladini. Si muovono a scatti, come marionette guidate da interessi privati, brandendo verità che non hanno mai cercato e valori che non sanno nemmeno pronunciare. Danno voce a sproloqui stonati, fastidiosi come il gesso sulla lavagna, privi di misura, privi di grazia.

Chi sono costoro per arrogarsi il diritto di rappresentare la città? Con quale autorità si sostituiscono al giudizio della coscienza collettiva? Il loro moralismo posticcio è la maschera di un vuoto, la foglia di fico di un’ambizione personale che nulla ha a che vedere con l’interesse comune.

A questo chiasso bisogna porre fine. Non con la violenza delle parole, ma con la fermezza della verità.

Perché il popolo, quello vero, sa distinguere. Non urla, non twitta, non inscena. Ma ricorda. E osserva. E quando sarà il momento, parlerà.

Perché, come si dice dalle nostre parti:
Cca nisciuno è fesso.

Luigi Palamara

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