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Il giornalismo non è un passatempo per buontemponi.

Il giornalismo non è un passatempo per buontemponi.
Editoriale di Luigi Palamara


Viviamo in un tempo in cui chiunque con una tastiera e un pollice opponibile si sente investito del sacro fuoco dell'informazione. Ma lasciatemelo dire chiaro, netto, definitivo: la notizia non è un giocattolo. Non è un meme, non è un'opinione travestita da scoop, non è un "l'ho letto su internet". La notizia è una responsabilità. E solo chi ha imparato a distinguerla, a verificarla, a contestualizzarla ha il diritto – e il dovere – di darle.

Sui miei spazi – che non sono piazze pubbliche, ma luoghi editoriali – le notizie le do io, che faccio questo mestiere da anni e so cosa significa avere una reputazione costruita giorno dopo giorno, parola dopo parola, con la fatica del dubbio e la schiena dritta.

A chi pensa di fare il giornalista la domenica pomeriggio, tra un post e una bufala, dico solo questo: qui non c’è spazio per le vostre improvvisazioni. Chi tenta di infilarsi sotto la soglia dell’informazione con la sciatteria del dilettante viene bannato, senza appello. Punto.

Perché la credibilità è un bene raro. Fragile. E una volta infangata, non la si ripulisce più. Le fake news sono il veleno di questo secolo, e io non permetterò che inquinino Carta Straccia – testata nata proprio per combatterle – né gli spazi ufficiali che curo su Facebook, TikTok, Instagram o YouTube.

Non è arroganza. È etica professionale. È il rispetto per un mestiere che non si improvvisa e che oggi più che mai ha bisogno di rigore, competenza e coraggio.

Tolleranza zero.
Chi ha orecchie per intendere, intenda. Gli altri, altrove.

Grazie per la collaborazione. Ma soprattutto, per il rispetto.

Luigi Palamara

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