Alì Babà e i 40 indagati (più IVA)
Editoriale di Luigi Palamara
> In Calabria, si sa, non ci si annoia mai. Ma c’è noia di dignità.
La fiaba è nota: c'era una volta Alì Babà, uomo semplice, curioso, che inciampa in una caverna piena d’oro. Ma l’oro non era suo. Era di 40 ladroni. O, se preferite, 40 "attenzionati", come li chiama il lessico degli investigatori quando la verità si traveste da eufemismo.
Ebbene, da San Giovanni in Fiore a Santa Trada, passando per la gloriosa e decadente Cittadella regionale, siamo tornati alla narrazione mediorientale. Solo che qui l’“apriti sesamo” si declina in appalti, convenzioni sanitarie, telefonate captate e fascicoli sdoppiati come cellule in mitosi. Da uno ne nascono due: il 2070/2024 e il suo gemello “cattivo”, il 2546/2025. Un numero non magico, ma molto, molto giudiziario.
La Procura di Catanzaro — che, a differenza del Palazzo, pare ancora conoscere il significato della parola "istituzione" — ha deciso che uno scandalo alla volta non bastava. E così, mentre i microfoni frusciavano nascosti nei cassetti del potere, una quarantina di personaggi più o meno noti — imprenditori, dirigenti, funzionari, politici — si accomodavano nel nuovo grande teatro dell’inchiesta.
Chi sono? Nessuno lo dice apertamente. Ma è chiaro che non si tratta di infermieri stanchi né di pazienti in fila. È il solito club di notabili in giacca blu e nodo Windsor che parlano la lingua della delibera facile, del finanziamento provvidenziale e della telefonata tempestiva. Dicono che la sanità calabrese sia malata. Ma forse è solo ben nutrita: a suon di convenzioni, incarichi e milioni a chilometro zero.
E proprio qui, nella fiaba che più fiaba non si può, compare anche il Gatto con gli Stivali, versione calabrese: elegante, furbo, raffinato nel verbo e nel sopracciglio alzato. Il Presidente Occhiuto, come il celebre felino, ama farsi trovare con gli stivali ben lucidi, intento a inseguire i mulini dell’efficienza con la sciabola dell’effetto-annuncio.
Ma attenzione: il Gatto della favola, lo ricordiamo, trasformava un mugnaio in Marchese grazie alla parlantina. E così, anche nella nostra satira (ma non troppo), il Presidente si muove tra Roma e Reggio col tono da salvatore, raccontando miracoli sanitari mentre intorno i miracoli li fanno le intercettazioni.
È stato sentito (e non dal pubblico). Ha dichiarato di non sapere, di non vedere, di non avere nulla da nascondere. Come ogni Gatto con gli Stivali che si rispetti, il Presidente balza via al momento giusto, lasciando dietro di sé la nuvola del dubbio e l’aroma del deodorante istituzionale. “Non mi compete”, “non ero informato”, “non è il mio ruolo” — tutte varianti moderne del classico: «Il padrone è il Marchese di Carabà!»
Che cos’è oggi la Cittadella? Un fortino. Anzi, una caverna. Non tanto per l’archeologia dei pensieri, quanto per il silenzio assordante di chi sapeva e taceva. I sospetti camminano nei corridoi, le carte si moltiplicano come pani e pesci, ma nessuno — proprio nessuno — sa nulla. E se lo sa, non lo sapeva in qualità di…
Già, le qualità. Un tempo servivano per governare. Oggi, per difendersi. Eppure, bisogna riconoscere che, rispetto alla fiaba, c'è un'innovazione postmoderna: qui Alì Babà è scomparso, e i 40 ladroni si sono spartiti anche la regia. Mentre il Gatto con gli Stivali si fa fotografare con la zampa sulla scrivania, tra grafici in salita e microfoni stanchi.
Ma attenzione: questa non è solo Calabria. È Italia. L’Italia dove le intercettazioni non si ascoltano ma si criticano; dove l’etica è un disturbo del comportamento, e l’autonomia differenziata serve più a farla franca che a farla funzionare.
Il rione Sanità, così ribattezzato il cuore dell’inchiesta, non è una via di Napoli. È un metodo. Un sistema. Una catena di comando dove ogni nodo ha un nome, un ruolo e, spesso, un avvocato.
Il presidente è stato sentito. I telefoni sequestrati. Le intercettazioni registrate. Le dichiarazioni depositate. Resta solo da capire se resterà qualcosa di pubblico in questo servizio sanitario così privatamente sfruttato.
E quindi sì: ridiamo pure — amaramente — mentre scorrono i nomi, gli atti e le mezze smentite. Ma non dimentichiamolo: il problema non è che ci siano 40 indagati. Il problema è che ormai non ci stupisce più.
> "L’Italia è un Paese dove tutto cambia affinché tutto resti uguale."
> “Questa non è una bufera. È il vento stanco che soffia sulle rovine della vergogna.”
Luigi Palamara
Tutti i diritti riservati — Reggio Calabria, 7 agosto 2025
La Satira, ma non troppo, di Carta Straccia
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