Editors Choice

3/recent/post-list

CASO OCCHIUTO. CONVOCATA PER DOMANI MATTINA UNA CONFERENZA STAMPA ALLA CITTADELLA. Il silenzio degli innocenti. E il frastuono dei colpevoli

CASO OCCHIUTO.
CONVOCATA PER DOMANI MATTINA UNA CONFERENZA STAMPA ALLA CITTADELLA. 

Il silenzio degli innocenti. E il frastuono dei colpevoli

Editoriale di Luigi Palamara

In fondo, il vero dramma umano non è l’indagine. È l’eco del silenzio che ritorna indietro quando si lancia il grido. Un grido che spera in un’ovazione e riceve, invece, soltanto l’indifferenza educata dei cittadini. Non perché non abbiano capito. Ma perché hanno già visto tutto.

È paradossale — e insieme grottesco — che si usi l’Informazione per colpire l’informazione. Che si indossi il vestito del martire e si salga sul pulpito della comunicazione pubblica, cercando legittimazione da un popolo che, ormai, ha smesso di guardare.

Domani, 18 giugno 2025, una conferenza stampa alla Cittadella. Dopo il salotto di Rete4, adesso il richiamo alla stampa calabrese. Poi, forse, anche a noi piccoli cronisti locali, i randagi della notizia. Chissà. Ma il problema non è l’ordine d’arrivo. È l’idea stessa che il giornalismo possa essere messo in fila. Gerarchizzato. Addomesticato. Nel giornalismo non esiste supremazia. Esiste la verità. Solo quella. E chi la cerca davvero, non la convoca: la serve.

Il cortocircuito, dunque, è servito. Il diritto di parola trasformato in un’arma contro chi la esercita. La critica scambiata per lesa maestà. Il sospetto trattato come sacrilegio. Quello di Roberto Occhiuto non è solo un inciampo politico: è panico istituzionale. È l’affanno di una narrazione che tenta di ergersi a dogma, ma inciampa nella realtà. Nella stanchezza del popolo. Nella stanchezza della Calabria.

Si cerca un popolo da risvegliare, ma non si trova neppure un eco. E allora si alza la voce. Si alza sempre di più. Come un attore che recita senza pubblico. Come una commedia che non fa più ridere, né piangere.

Il teatro della politica ha bisogno di spettatori. Qui, invece, cala il sipario. E resta solo il suono di un applauso mancato.

Luigi Palamara 

Posta un commento

0 Commenti