La fine di un paese e l’alibi dell’altrui colpa
C’è un momento in cui il declino non si può più nascondere. È il silenzio che aleggia nelle strade vuote, è il rumore delle porte che non si aprono più, è l’eco di una comunità che non esiste. Roccaforte del Greco muore. Ma il lutto, paradossalmente, lo vive solo chi aveva provato a salvarla.
Dieci anni fa, era il 2015, lanciai un allarme. Vidi ciò che altri si rifiutavano di vedere, non per mancanza di occhi, ma per eccesso di convenienza. Tentai una rotta diversa, un’inversione. La risposta? Mormorii, ostilità, derisione, dispetti da cortile e un astio che solo la verità riesce a scatenare.
Oggi, davanti all’evidenza, il copione è sempre lo stesso: negare, mentire, trovare capri espiatori lontani. Ma i colpevoli sono qui, a casa nostra. Un manipolo di incapaci politicamente – perché è questo che sono – che hanno occupato lo spazio pubblico senza visione, senza progetto, senza amore per il paese.
Non è questione di politica, di parole. È questione di orgoglio perduto. Di coraggio mai avuto. Di una dignità che si è lasciata spegnere lentamente, tra un favore e una pacca sulla spalla.
Io mi sono fatto da parte. E non per vigliaccheria, ma per decenza. Ho pagato un prezzo, sì. Ma almeno posso rivendicare di averci provato. Quando ancora si poteva. Oggi è tardi.
Questo è, se vi pare.
Luigi Palamara
Roccaforte del Greco (RC) 11 aprile 2025
#roccafortedelgreco #aspromonte #angelina #peppino #luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal #lupa
0 Commenti