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Caso Veronese. I contatori partono, ma non quelli dell’acqua

I contatori partono, ma non quelli dell’acqua
di Luigi Palamara


Reggio Calabria 24 giugno 2025. Nel sempre più affollato palcoscenico della politica reggina, dove ogni opinione si trasforma rapidamente in accusa e ogni accusa in verità incontestabile, fa rumore l’uscita del prof. Simone Veronese – insegnante di educazione fisica – che, tramite un post sul suo profilo facebook, ha denunciato quella che definisce una “truffa di oltre 30 milioni di euro fatta dal Comune di Reggio ai suoi cittadini. F.to prof. Veronese Simone”. Vedi screenshot.

Parole pesanti, che mettono in moto un meccanismo delicato: quello della giustizia e della reputazione. Perché – lo si ricordi – o la truffa c’è, e allora c’è un caso giudiziario da aprire subito, oppure non c’è, e in quel caso ci troviamo davanti a una possibile diffamazione aggravata, con tutte le conseguenze del caso.

Il punto, però, è che nella nebbia delle dichiarazioni, resta un interrogativo fondamentale: questa "truffa di oltre 30 milioni di euro fatta dal Comune di Reggio ai suoi cittadini. F.to prof. Veronese Simone”, dove sarebbero finiti? Bho! Dov'è la truffa? Mah!

È proprio questa ambiguità che genera confusione e alimenta il sospetto che si stia usando la giustizia come strumento politico, anziché come fine in sé.

A cercare di riportare ordine ci ha pensato il dirigente comunale Giuseppe Quartuccio, che ha dichiarato pubblicamente: “non vi è stata nessuna irregolarità”. Un chiarimento netto, che però – osservano alcuni – non sembra essere bastato a riportare la discussione su binari razionali.

Da qui allora tiriamo una linea: Bene. Ognuno per la propria strada aspettiamo un Tribunale che decida e ci chiarisca eventuali responsabilità. Un auspicio condivisibile, ma tardivo, perché ormai il clamore ha già fatto il suo corso.

Certo è che si sta strumentalizzando il tutto per fare politica. E questo stride con la richiesta di Giustizia.

Un passaggio, questo, che lascia perplessi: perché lanciare accuse gravi in pubblico anziché agire nelle sedi competenti?

Se ravviso una irregolarità faccio la querela e attendo. Non vado oltre prima che ci sia un giudizio. Non posso parlare di truffa senza che vi sia stata una sentenza definitiva.

Qualcuno da tutto questo teatrino ne uscirà responsabile. Questo è certo. E pagherà. Aspetteremo. Il tempo è galantuomo per tutto e tutti. I contatori sono partiti, certamente non quelli dell'acqua. Di sicuro quelli della Giustizia.

Il tempo, i giudici e la giustizia  faranno il loro lavoro e porteranno chiarezza. Ma fino ad allora, sarebbe bene distinguere tra opinioni, sospetti, accuse e fatti. E ricordare che la giustizia vera non si fa a colpi di post, di conferenze stampa o altro, ma nei tribunali. E non per spettacolo, ma per responsabilità.

Luigi Palamara

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