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La Calabria non aspetta più. Andiamo a vincere. Riprendiamoci la Calabria.

La Calabria non aspetta più

Andiamo a vincere. Riprendiamoci la Calabria.

Editoriale di Luigi Palamara


La scena non è nuova. Eppure, rivedendola, brucia ancora. Un palco, due volti: Nicola Irto e Giuseppe Falcomatà. Due nomi che, per alcuni, rappresentano un’idea di riscatto. Per altri, un déjà vu.

La Calabria, questa terra che Dio ha fatto bella e gli uomini hanno spesso tradito, non si accontenta più di essere spettatrice. È stanca di inchinarsi a decisioni prese altrove, nelle stanze ovattate di Roma, da chi qui non mette piede se non per tagliare nastri o fare passerelle da campagna elettorale.

Ieri era Nicola Zingaretti a venire a Reggio, oggi nemmeno quello. Da Roma si decide, ma senza sporcare le mani con la polvere di queste strade. L’entusiasmo, almeno sul palco, sembra lo stesso. Ma il tempo insegna che non basta scaldare le piazze se poi si raffreddano le scelte.

Il Partito Democratico — quello che dovrebbe essere faro e guida — appare esitante, indeciso, ingabbiato nelle sue liturgie da congresso e nei calcoli di bottega. E invece la politica, la vera politica, è un mestiere per chi sa scegliere. Non per chi si rifugia nel “meno peggio” ma per chi ha il coraggio di puntare sul migliore. Perché vincere, se è una parola che vale qualcosa, non significa partecipare alla sfilata.

E allora sì: “Andiamo a vincere”. Ancora una volta, con Falcomatà e Irto in prima linea. Non perché siano i salvatori della patria, ma perché almeno hanno il volto e la voce di questa terra. La Calabria non aspetta altro. E i calabresi, da troppo tempo, aspettano qualcuno che non solo prometta di difendere casa loro, ma che abbia la forza di restarci.

Perché vincere, qui, non significa strappare un titolo di giornale. Significa riprendersi una dignità che, da troppo tempo, altri hanno dato per persa. E questa, cari miei, non ve la può regalare nessuno. Ve la dovete prendere.

> Ecco, signori, il punto. Qui non si tratta di tifare, ma di scegliere. E scegliere significa prendersi la responsabilità di ciò che verrà dopo.
La Calabria non ha bisogno di illusionisti, ma di amministratori. Non di pacche sulle spalle, ma di mani sporche di lavoro.
Se davvero volete vincere, fatelo per governare. Perché vincere per perdere, o vincere per non cambiare nulla, è la più grande sconfitta che possiate infliggere a questa terra.

Luigi Palamara Tutti I diritti riservati Reggio Calabria 13 agosto 2025

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@luigi.palamara La Calabria non aspetta più Editoriale di Luigi Palamara Andiamo a vincere. Riprendiamoci la Calabria. La scena non è nuova. Eppure, rivedendola, brucia ancora. Un palco, due volti: Nicola Irto e Giuseppe Falcomatà. Due nomi che, per alcuni, rappresentano un’idea di riscatto. Per altri, un déjà vu. La Calabria, questa terra che Dio ha fatto bella e gli uomini hanno spesso tradito, non si accontenta più di essere spettatrice. È stanca di inchinarsi a decisioni prese altrove, nelle stanze ovattate di Roma, da chi qui non mette piede se non per tagliare nastri o fare passerelle da campagna elettorale. Ieri era Nicola Zingaretti a venire a Reggio, oggi nemmeno quello. Da Roma si decide, ma senza sporcare le mani con la polvere di queste strade. L’entusiasmo, almeno sul palco, sembra lo stesso. Ma il tempo insegna che non basta scaldare le piazze se poi si raffreddano le scelte. Il Partito Democratico — quello che dovrebbe essere faro e guida — appare esitante, indeciso, ingabbiato nelle sue liturgie da congresso e nei calcoli di bottega. E invece la politica, la vera politica, è un mestiere per chi sa scegliere. Non per chi si rifugia nel “meno peggio” ma per chi ha il coraggio di puntare sul migliore. Perché vincere, se è una parola che vale qualcosa, non significa partecipare alla sfilata. E allora sì: “Andiamo a vincere”. Ancora una volta, con Falcomatà e Irto in prima linea. Non perché siano i salvatori della patria, ma perché almeno hanno il volto e la voce di questa terra. La Calabria non aspetta altro. E i calabresi, da troppo tempo, aspettano qualcuno che non solo prometta di difendere casa loro, ma che abbia la forza di restarci. Perché vincere, qui, non significa strappare un titolo di giornale. Significa riprendersi una dignità che, da troppo tempo, altri hanno dato per persa. E questa, cari miei, non ve la può regalare nessuno. Ve la dovete prendere. > Ecco, signori, il punto. Qui non si tratta di tifare, ma di scegliere. E scegliere significa prendersi la responsabilità di ciò che verrà dopo. La Calabria non ha bisogno di illusionisti, ma di amministratori. Non di pacche sulle spalle, ma di mani sporche di lavoro. Se davvero volete vincere, fatelo per governare. Perché vincere per perdere, o vincere per non cambiare nulla, è la più grande sconfitta che possiate infliggere a questa terra. Luigi Palamara Tutti I diritti riservati Reggio Calabria 13 agosto 2025 #partitodemocratico #nicolairto #giuseppefalcomatà #reggiocalabria #calabria ♬ suono originale - Luigi Palamara

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