L’affetto rimane. Il voto fluttua.

L’affetto rimane. Il voto fluttua.
L'Editoriale di Luigi Palamara

Tu, per me, non sei un avversario. Non lo sei e non lo sarai. Le stagioni della politica passano, cambiano i simboli, mutano gli schieramenti come bandiere mosse dal vento. Ma l’amicizia resta, ostinata, impermeabile persino alle urne.

In politica ci si divide per idee, non per rancori. E in fondo è così: oggi possiamo trovarci su due rive opposte, domani sulla stessa barca. Ma ciò che conta è non confondere il voto con la persona, la preferenza con l’affetto. Il voto, si sa, è capriccioso: ondeggia, fluttua, cambia direzione come il mare in tempesta. L’amicizia, se vera, non teme burrasche.

E qui lo dico e qui lo nego: perché non bisogna farsi illusioni. La politica è guerra, e in guerra ci si scontra, ci si insulta, ci si ferisce. Ma c’è una differenza tra nemico e avversario. Il nemico lo odi, l’avversario lo rispetti. E se quell’avversario è anche un amico, allora la sfida diventa un duello leale, uno scontro che non lascia macerie nei rapporti umani. La politica, altrimenti, sarebbe soltanto fango.

E infine ricordiamo con un pizzico di malinconia mediterranea come in Calabria e altrove l’uomo resti sempre più importante delle sue scelte. Le idee cambiano, le bandiere scoloriscono, i partiti muoiono. Ciò che resta è il legame fra le persone, il rispetto reciproco, quella capacità di guardarsi negli occhi senza rancore, anche quando il voto prende strade diverse.

L’affetto rimane. Il voto fluttua. Ed è questa la sola certezza che valga la pena custodire.

Perché, vedete, le amicizie durano. I voti no. Quelli vanno e vengono come le mode, oggi a destra, domani a sinistra, dopodomani chissà. Ma l’amico resta. E quando tra una scheda e una stretta di mano bisogna scegliere, io non ho dubbi: la scheda la butto, la mano la stringo.

Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 29 agosto 2025

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