Editors Choice

5/recent/post-list

Reggio Calabria. Sabato notte: cronaca di una città al volante

Reggio Calabria. Sabato notte: cronaca di una città al volante
di Luigi Palamara

Una parte della città la notte non dorme. Non perché lavori, non perché ami, ma perché corre. Corre come se la strada fosse un campo di battaglia e il pedale dell’acceleratore l’arma per vincere. Non c’è prudenza, non c’è misura: solo fari che fendono il buio e teste che credono di essere eterne. Poi, inevitabile, il risveglio: sirene, lamiere, sangue, e la solita frase — “è stata fatalità” — che in realtà è solo un alibi codardo.

All’una, sulla Gallico–Gambarie, un motociclista ha centrato un cinghiale. L’animale, come capita ai personaggi secondari in certe tragedie, è morto sul colpo. Lui è finito fuori strada con fratture e contusioni. È stato soccorso e ricoverato al GOM. Ma questa non è solo una storia di sfortuna: è il prezzo di una corsa cieca, dove l’uomo crede di dominare la natura finché la natura non gli presenta il conto.

A Ravagnese Superiore, verso le quattro, un’altra scena da repertorio notturno: un’auto impazzita, tre vetture in sosta distrutte. L’uomo alla guida aveva un tasso alcolemico quattro volte oltre il limite. Quattro. Non un bicchiere di troppo, ma un programma di autodistruzione. La legge lo ha fermato, denunciato, privato della patente. Temporaneamente, s’intende. Perché in questo Paese l’improvvisazione è un vizio antico e la recidiva un’abitudine.

Due incidenti, due modi diversi di finire male. E ogni volta la stessa liturgia: sirene, verbali, statistiche, indignazione di circostanza. Poi cala il silenzio. Fino al prossimo sabato notte, quando l’Italia, ancora una volta, si metterà al volante convinta di essere immortale.

Luigi Palamara 

Posta un commento

0 Commenti