APPELLO AI GIOVANI CALABRESI.
Giovani, tocca a voi: aprite le finestre al vento nuovo.
L'Editoriale di Luigi Palamara
È arrivato il momento di parlare chiaro.
E voi giovani – che credete di avere davanti tempo infinito – sappiatelo: il tempo, se lo lasciate scivolare nelle mani degli altri, diventa nemico. Non basta lamentarsi nei bar, sui social, nei corridoi delle università. Non basta maledire la “politica sporca” se poi, al momento del voto, vi rintanate in casa come conigli spaventati.
Andateci, al seggio. Votate. Scegliete. Non lasciate che il vostro destino venga deciso da chi vi considera solo carne da migrazione, da chi vi vuole muti e obbedienti. Un voto conta. Anche uno solo. Non illudetevi che sia inutile: è l’unica pallottola pulita che vi è rimasta in questa guerra silenziosa contro l’indifferenza.
Noi – la generazione che vi ha preceduto – abbiamo fallito. Lo ammettiamo senza attenuanti. Abbiamo ridotto la Calabria a un campo arato male, dove crescono solo promesse secche e clientele tossiche. Abbiamo lasciato che pochi notabili, con il sorriso unto e la giacca nuova, facessero di questa terra un mercato privato. Ci siamo piegati, e piegandoci abbiamo spezzato la vostra schiena.
Ma ora tocca a voi. Non fate i lacché di nessuno. Non mendicate favori, non chiedete briciole. Pretendete dignità. Organizzatevi. Mettete insieme comitati, circoli, movimenti: non serve che siano grandi, serve che siano autentici. Non abbiate paura di diventare “fastidiosi”: la storia la fanno sempre quelli che disturbano la digestione del potere.
Calabria non è condanna, è possibilità. Ma occorre aprire le finestre: lasciate entrare vento, aria nuova, luce. Non respirate più il puzzo rancido delle promesse elettorali. Non abbassate la testa davanti al capetto di turno che vi compra con un lavoro precario o una raccomandazione miserabile.
Ribellatevi, con il voto, con le idee, con la partecipazione. Solo così sarete protagonisti di questa stagione. Altrimenti sarete l’ennesima generazione costretta a partire con la valigia in mano e il cuore svuotato.
E allora, giovani calabresi, scegliete: o il silenzio, che è morte lenta, o la ribellione, che è vita.
Luigi Palamara
Tutti i diritti riservati
Reggio Calabria 11 settembre 2025
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