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Il Paese degli insulti e il coraggio di votare. Abbasso i conigli da tastiera.

Il Paese degli insulti e il coraggio di votare.

L'Editoriale di Luigi Palamara


Ci sono momenti in cui leggere i commenti – quegli sfoghi digitali di pancia e bile – diventa un esercizio di masochismo. Una cloaca a cielo aperto, dove chi non ha argomenti si rifugia nell’insulto, chi non ha idee si rifugia nell’offesa, e chi non ha coraggio si rifugia nell’anonimato. Non è la politica a decadere per colpa dei politici soltanto: è l’elettorato stesso che talvolta mostra la sua faccia più miserabile.

E allora diciamolo senza giri di parole: c’è un pezzo di Paese che non solo non discute, ma abbaia. Un pezzo che non ascolta, ma sputa. Un pezzo che confonde la libertà d’opinione con la licenza di insultare. È questa la radice della vergogna.

Ecco perché il voto – tanto disprezzato e dimenticato – diventa invece un dovere doppio: non solo per scegliere chi ci rappresenta, ma per ridare dignità al confronto, per tappare la bocca ai conigli da tastiera che gracchiano senza mai uscire allo scoperto.

Perché la politica non è fango, ma fatica. Non è odio, ma passione. Non è un ring di insulti, ma un’arena dove ci si batte con le idee e ci si inchina al rispetto dell’avversario. Chi non lo capisce non merita applausi, ma isolamento.

E allora, cari lettori, ricordatevelo: non sono i politici a farci diventare un popolo civile. Siamo noi. E se non ci riusciamo, non prendiamocela con loro: guardiamoci allo specchio.

Luigi Palamara Tutti i diritti riservati Reggio Calabria 8 settembre 2025

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