Quando il portavoce di Roberto Occhiuto diventa muro.
L'Editoriale di Luigi Palamara
Ci sono frasi che non hanno bisogno di commento, perché parlano da sole. Quelle pronunciate – anzi, scritte – dal portavoce del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, rientrano perfettamente in questa categoria.
Con tutto il rispetto, dice. E subito dopo ti liquida, come se la richiesta di un giornalista – cioè di chi ha il compito civile di fare domande e di pretendere risposte – fosse alla stregua di un fastidio privato, di un messaggio pubblicitario da cestinare. "Non mi interessa", aggiunge. Come se l’interesse personale fosse la bussola del suo mestiere. Eppure quel mestiere non è fare il barone di campagna, ma il portavoce di un governatore: cioè di un uomo pubblico, al servizio dei cittadini.
Sono dieci giorni che attendo una risposta a una semplice domanda: un’intervista video. Nulla di più, nulla di meno. Un’occasione di confronto, un atto di trasparenza. E invece? Silenzi, irritazioni, perfino fastidio. E allora la domanda diventa inevitabile: ma che razza di Calabria è questa, dove chi dovrebbe facilitare il dialogo con le istituzioni si arroga il diritto di chiuderlo a chiave?
Non è questione personale, non lo è mai stata. È una questione di metodo, di rispetto delle regole non scritte ma fondamentali della democrazia. Il giornalista fa domande, il politico risponde. Tutto qui. È semplice. Ma se al posto delle risposte arrivano i muscoli, l’alzata di spalle, il “non mi interessa”, allora non è solo un problema di stile: è un problema di sostanza.
Perché un portavoce che si infastidisce davanti alle domande non è un portavoce. È un muro. Un filtro che diventa censura. Un imbuto che invece di aprire la voce di chi governa, la strozza. E così la Calabria resta inchiodata al suo cliché peggiore: terra dove il potere non dialoga ma comanda, dove la trasparenza non è virtù ma debolezza, dove la critica non è stimolo ma fastidio.
E allora, con la franchezza che non si nega mai: caro portavoce, faccia il suo mestiere. Io continuerò a fare il mio.
Luigi Palamara
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Reggio Calabria 24 settembre 2025
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