Ave Cesare, e basta polemiche
L'Editoriale di Luigi Palamara
Vi è qualcosa di profondamente stanco e provinciale nel modo in cui, oggi, si reagisce a ogni gesto pubblico. Perfino a un gelato.
Sì, perché prendersela con la Gelateria Cesare di Reggio Calabria solo perché Matteo Salvini — ministro della Repubblica, piaccia o no — ha deciso di fermarsi ad assaggiare uno dei gelati più buoni del mondo, è non solo ridicolo, ma una vera e propria bestemmia civile.
Ora, si può essere d’accordo o no con Salvini. Si può trovarlo simpatico come un temporale a Ferragosto, o detestarlo come un sassolino nella scarpa. Ma resta un ministro. E un ministro, fino a prova contraria, rappresenta tutti: anche quelli che non lo sopportano.
E se, in una sua visita a Reggio Calabria, ha voluto fermarsi davanti alla storica libreria Ave — la più antica della città — e poi gustarsi un gelato da Cesare, non c’è scandalo né provocazione. C’è solo un uomo delle istituzioni che attraversa una città viva e che, magari per una volta, non parla ma assaggia.
Dovremmo esserne fieri. Invece, come sempre, ci affrettiamo a trasformare tutto in rissa, in sospetto, in schieramento.
Da Cesare ci si mette in fila ogni giorno, estate o inverno. Non perché ci è passato Salvini, ma perché lì, dietro quel bancone, c’è talento, tradizione e gusto vero. La stessa eccellenza che fa grande un territorio, anche quando la politica lo divide.
E poi, lasciatecelo dire: che in questa storia si incrocino la libreria Ave e la gelateria Cesare non può essere solo una coincidenza. “Ave, Cesare”, verrebbe da dire — e per una volta, senza ironia.
Perché qui non si tratta di partiti o di ideologie, ma di orgoglio. Orgoglio per una città che sa ancora offrire qualità, cultura e ospitalità.
A chi grida allo scandalo, rispondiamo con una vecchia verità evangelica che è anche un principio di buon senso: “Date a Cesare quel che è di Cesare.”
E lasciate in pace il gelato.
Luigi Palamara
Tutti i diritti riservati
Reggio Calabria 5 ottobre 2025
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