De Gaetano, il ritorno del talento che Reggio non può più permettersi di ignorare

De Gaetano, il ritorno del talento che Reggio non può più permettersi di ignorare
L'Editoriale di Luigi Palamara


Un vizio antico, nelle nostre latitudini è: quello di gettare via i talenti come fossero limoni spremuti. E quando uno, dopo essere stato messo alla gogna per dieci lunghi anni, viene assolto, invece di restituirgli onore gli si apre – con malcelato compiacimento – una «porta secondaria».
Un’Italia così l’hanno già raccontata in molti; ma io dico semplicemente: «Il problema non è chi rientra, ma chi pretende che non rientri mai».  «Dov’è finito il coraggio di riconoscere il merito, anche quando dà fastidio?»

Perché di questo si tratta.
Di merito.

Nino De Gaetano, che piaccia o no, è stato per anni un prodigio della politica reggina. Uno che la politica non l’ha imparata sui social o nei salotti del potere improvvisato, ma nei quartieri, tra la gente vera, quella che non si accontenta delle parole e pretende fatti.
Poi la lunga ombra dell’inchiesta, il processo, l’attesa.
Dieci anni.
E infine l’assoluzione, piena.

In un Paese normale – parola che ormai suona come un lusso scaduto – basterebbe questa per rimettere un uomo al posto che gli spetta. Invece qui siamo capaci di trasformare un ritorno legittimo in un rientro “dal retro”. Una narrazione comoda per chi preferirebbe che certi nomi restassero relegati ad un passato ingombrante. Ma la storia, quando è storia vera, non si accartoccia come un volantino dopo la campagna elettorale.

E allora sì, diciamolo:
È giusto che De Gaetano torni.
È giusto che abbia un ruolo.
È giusto che la politica calabrese recuperi chi la politica sa farla davvero.

Il suo ingresso nello staff di Francesco De Cicco non è un ripiego: è un segnale.
De Cicco, uomo del popolo autentico, ha bisogno di qualcuno che conosca il Palazzo senza farsene intimidire. Qualcuno che sappia distinguere un dossier da una marchetta, una battaglia da una bandierina. E De Gaetano, nel bene e nel male, è uno che ha già dimostrato di reggere il peso delle responsabilità.

Se la Calabria vuole davvero rialzarsi – e Reggio Calabria con lei – non può permettersi di archiviare per antipatia ciò che può servire alla collettività. E questa regione, che troppo spesso brucia i suoi figli migliori, dovrebbe ricordarlo: le competenze non sono un optional, sono un dovere.

Quindi basta ipocrisie.
Basta “porte secondarie”.
Basta mormorii da retrobottega.

Il ritorno di Nino De Gaetano non è una concessione, ma una necessità.
E chi ama davvero questa terra dovrebbe augurarsi che sia solo l’inizio di una stagione in cui – finalmente – il merito torni a valere più del pregiudizio.

Luigi Palamara
Tutti i diritti riservati
Reggio Calabria 25 novembre 2025

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