È LUI. Eduardo Lamberti Castronuovo: l’uomo dei titoli che pretende anche il silenzio del giornalista.

È LUI.
Eduardo Lamberti Castronuovo: l’uomo dei titoli che pretende anche il silenzio del giornalista.

Arriva un istante, nella vita civile di una città — Reggio Calabria — in cui il potere smette di accontentarsi delle poltrone, delle cariche prestigiose, dei titoli pronunciati con deferenza, e decide che vuole di più: vuole che nessuno osi disturbarlo.
Il mio istante è arrivato. Ed è arrivato con un nome preciso: Eduardo Lamberti Castronuovo.

Lui.
È lui che ha chiesto al Questore di Reggio Calabria il mio ammonimento.
Lui che ha ritenuto opportuno tentare di zittire un articolo, una penna, un’opinione.
Non con una rettifica.
Non con una querela.
Con un ammonimento della polizia.

E allora torniamo ai suoi ruoli, quelli che lui stesso ostenta, quelli che ho riportato e che hanno tanto irritato:

Direttore responsabile di RTV, emittente di cui si è dichiarato proprietario.

Direttore della clinica privata De Blasi, una realtà sanitaria che porta il suo nome come un marchio di famiglia.

Presidente del Conservatorio Cilea, poltrona di prim’ordine nel panorama culturale reggino.

Professore all’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, con tanto di titoli, corsi, lezioni.

E poi premi, cariche, riconoscimenti, tutto quel rosario di onori che spesso pesa più della persona stessa.

Infine, sedicente candidato a sindaco di Reggio Calabria alle prossime elezioni, con il Polo Civico.


Con questo armamentario di titoli ci si aspetterebbe prudenza, misura, capacità di confronto.
Invece no.
È stato proprio lui, con tutto questo curriculum a far da scudo, a chiedere che io venissi ammonito perché ho osato scrivere di lui.
Articoli puliti, senza reati, senza offese, senza alcuna rettifica mai richiesta.
Eppure la mia parola — soltanto quella — sarebbe diventata un problema di ordine pubblico.

È lui.
È lui che adesso spera che io taccia.
È lui che avrebbe voluto che un Questore mettesse un sigillo sulla mia libertà di scrivere.
È lui, Eduardo Lamberti Castronuovo, che ci ha provato.

Ma da questo momento, la questione non è più lui.
È voi.
Voi che leggete.
Voi che sapete che la libertà non è un accessorio, ma un dovere civile.
Voi che dovete decidere da che parte stare: se dalla parte di chi vuole parlare o dalla parte di chi non vuole essere ascoltato.

Io ho scritto. Continuerò a farlo.
Perché il silenzio non è un obbligo.
Non lo è mai stato.
Non lo sarà mai.

Luigi Palamara
Giornalista

Reggio Calabria 10 dicembre 2025

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