Meloni, il volto del potere quando trema
Editoriale di Luigi Palamara
C’è un’immagine che inquieta più di mille analisi geopolitiche: quella di un volto teso, percorso da tic nervosi, che rivela — senza volerlo — una tempesta interiore. Giorgia Meloni, Primo Ministro d’Italia, ci è apparsa così. Non è un giudizio, è un’impressione. Un riflesso umano, prima ancora che politico.
I grandi leader, insegna la storia, non sono di marmo. Ma è quando iniziano a incrinarsi che si apre un varco pericoloso. Lo abbiamo visto in altri momenti bui: nei silenzi ostinati di Chamberlain prima della guerra, nei gesti meccanici di Brežnev durante la stagnazione sovietica. Tic, smorfie, esitazioni: segnali che il corpo manda quando le parole non bastano più.
Non vogliamo fare psicologia spicciola. Ma è difficile ignorare che, dietro la determinazione proclamata, si cela forse una fragilità inedita. Meloni si trova dinanzi a un mondo instabile, scosso da venti di guerra, crisi diplomatiche e una tensione internazionale che ricorda i preludi delle tragedie del Novecento. L’Italia e l'Europa non è mai stata tanto esposta, né i suoi leader tanto soli.
E allora, da semplici cittadini, ci sentiamo di dire: siamo preoccupati. Preoccupati per il clima globale che si fa sempre più irrespirabile. Preoccupati per la solitudine del comando, che logora chi non ce l’ha, ma ancora di più chi lo porta addosso.
Non è questione di destra o sinistra, di consenso o opposizione. È questione di umanità. Chiunque sieda a Palazzo Chigi in questo momento ha il diritto al nostro augurio sincero: in bocca al lupo. Perché oggi una decisione sbagliata può valere una crisi mondiale. E mai come oggi, il tremore di un volto affaticato può preannunciare un terremoto.
Luigi Palamara
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@luigi.palamara Meloni, il volto del potere quando trema Editoriale di Luigi Palamara C’è un’immagine che inquieta più di mille analisi geopolitiche: quella di un volto teso, percorso da tic nervosi, che rivela — senza volerlo — una tempesta interiore. Giorgia Meloni, Primo Ministro d’Italia, ci è apparsa così. Non è un giudizio, è un’impressione. Un riflesso umano, prima ancora che politico. I grandi leader, insegna la storia, non sono di marmo. Ma è quando iniziano a incrinarsi che si apre un varco pericoloso. Lo abbiamo visto in altri momenti bui: nei silenzi ostinati di Chamberlain prima della guerra, nei gesti meccanici di Brežnev durante la stagnazione sovietica. Tic, smorfie, esitazioni: segnali che il corpo manda quando le parole non bastano più. Non vogliamo fare psicologia spicciola. Ma è difficile ignorare che, dietro la determinazione proclamata, si cela forse una fragilità inedita. Meloni si trova dinanzi a un mondo instabile, scosso da venti di guerra, crisi diplomatiche e una tensione internazionale che ricorda i preludi delle tragedie del Novecento. L’Italia e l'Europa non è mai stata tanto esposta, né i suoi leader tanto soli. E allora, da semplici cittadini, ci sentiamo di dire: siamo preoccupati. Preoccupati per il clima globale che si fa sempre più irrespirabile. Preoccupati per la solitudine del comando, che logora chi non ce l’ha, ma ancora di più chi lo porta addosso. Non è questione di destra o sinistra, di consenso o opposizione. È questione di umanità. Chiunque sieda a Palazzo Chigi in questo momento ha il diritto al nostro augurio sincero: in bocca al lupo. Perché oggi una decisione sbagliata può valere una crisi mondiale. E mai come oggi, il tremore di un volto affaticato può preannunciare un terremoto. Luigi Palamara #giorgiameloni #guerra #nato #europa #politica #potere #tic #salute #editoriale #luigipalamara #palamaraluigi #luispal #luipal #lupa ♬ suono originale - Luigi Palamara
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